Economia e lavoro - 17 ottobre 2024, 07:25

Lavoro: un panorama imprenditoriale con una leggera crescita in Piemonte

Asti con il +0,33% ha registrato la migliore performance regionale. Mancano figure specializzate nel settore sanitario

Il tessuto imprenditoriale piemontese ha mostrato una leggera ripresa nel terzo trimestre del 2024, secondo i dati del Registro imprese delle Camere di commercio. Con 4.434 nuove iscrizioni e 3.841 cessazioni, il saldo positivo si attesta a 593 imprese, in miglioramento rispetto alle 466 unità dello stesso periodo del 2023.

Il tasso di crescita regionale è del +0,14%, superiore al +0,11% del 2023, ma ancora inferiore alla media nazionale del +0,26%. A fine settembre 2024, il Piemonte conta 421.020 imprese registrate, rappresentando il 7,1% del totale nazionale.

Asti emerge come la provincia più dinamica, con un tasso di crescita del +0,33%, seguita da Biella (+0,27%) e Cuneo (+0,24%). Questi dati indicano un ambiente particolarmente favorevole all'imprenditoria in queste aree.

Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte, commenta: "Tiene ma non decolla il tessuto imprenditoriale piemontese. Nonostante una spiccata resilienza delle nostre imprese non si registra uno scatto in avanti, frutto di politiche e strategie in grado di attrarre nuova imprenditorialità. È necessario continuare a lavorare per migliorare questi risultati e per rafforzare la competitività delle nostre imprese anche sui mercati globali."

A livello settoriale, i servizi diversi dal commercio e turismo registrano la crescita più significativa (+0,50%), seguiti dal turismo (+0,42%) e dalle costruzioni (+0,37%). L'industria in senso stretto rimane stabile (+0,03%), mentre il commercio (-0,08%) e l'agricoltura (-0,14%) mostrano una leggera flessione.

Tra le forme giuridiche, le società di capitale si confermano le più dinamiche con un tasso di crescita del +0,71%, rappresentando ora il 22,0% delle imprese piemontesi.

Coscia aggiunge: "In questo contesto, le istituzioni sono chiamate a un ruolo sempre più attivo, offrendo alle imprese gli strumenti e il supporto necessari per affrontare le sfide del futuro."

Le professioni più difficili da reperire in Piemonte nel mese di ottobre 2024

 

Entrate previste

di cui difficoltà di reperimento

Meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili

880

82,6

Operai specializ. installaz./manutenzione attrezzature elettriche/elettroniche

430

82,5

Tecnici della salute

980

75,8

Operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni

1.080

74,0

Fabbri ferrai costruttori di utensili

310

72,5

Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali

670

70,2

Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica

670

70,0

Totale

31.820

51,7

 

 

 

 

Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Sistema Informativo Excelsior

 

Le criticità maggiori riguardano la ricerca di meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori di macchine fisse/mobili, per cui le imprese prevedono 880 assunzioni, l’82,6% delle quali è però di difficile reperimento e gli operai specializzati nell’ installazione e manutenzione di attrezzature elettriche/elettroniche, gruppo professionale per il quale le imprese stimano 430 nuove assunzioni, l’82,5% delle quali rischia, però, di rimanere scoperto.

Ben al di sopra del dato medio regionale appaiono le difficoltà di reperimento di tecnici della salute (75,8%), operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni(74,0%), fabbri ferrai costruttori di utensili (72,5%), professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (70,2%) e fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (70,0%).

Nel dettaglio dei titoli di studio, si mantiene elevata la difficoltà di reperimento di personale laureatosegnalata dalle imprese, che coinvolge il 52,6% delle assunzioni programmate: tra gli indirizzi per cui si rilevano le criticità maggiori si segnalano quelli medico e odontoiatrico (91,6%), sanitario e paramedico (81,2%), chimico-farmaceutico (81,2%).

Le imprese lamentano elevate difficoltà anche nel reperimento di candidati con istruzione tecnica superiore (ITS, 71,4%).

A livello secondario si riscontrano in media problematicità (49,7%) di poco inferiori a quelle riscontrate a livello complessivo regionale, anche se esistono notevoli differenze a seconda degli indirizzi di studio. Rischia, infatti, di rimanere scoperto rispettivamente il 73,8% e il 69,2% delle assunzioni riservate a candidati in possesso di diploma con indirizzi elettronica ed elettrotecnica e agrario, agroalimentare e agroindustria.

Difficoltà di reperimento superiori alla media riguardano, infine, la ricerca di personale con qualifica di formazione o diploma professionale (53,8%), con picchi particolarmente elevati per gli indirizzi elettrico(80,0%), edile (76,6%) e benessere (69,6%).

Redazione