La Regione Piemonte si prepara a chiedere una deroga alle restrizioni sulla caccia al cinghiale nelle zone considerate a minor rischio di diffusione della peste suina africana (PSA). L'annuncio è stato fatto dall'assessore all'Agricoltura Paolo Bongioanni durante una riunione congiunta delle Commissioni terza e quarta.
"Il contenimento dei cinghiali è la prima forma di lotta contro la peste suina," ha dichiarato Bongioanni, sottolineando l'importanza di questa misura per contrastare l'epidemia che sta mettendo in ginocchio il settore suinicolo regionale e nazionale.
La situazione attuale è definita "non semplice" dall'assessore, data la natura invasiva e difficile da contenere del virus. Per far fronte all'emergenza, la Regione ha già messo in campo diverse iniziative, tra cui l'approvazione dei decreti attuativi del Piano regionale di interventi urgenti (Priu) e lo stanziamento di 461.000 euro per il 2024 per interventi di contenimento.
Intanto, i danni economici continuano ad accumularsi. Il commissario ad acta Giorgio Sapino ha rivelato che il settore suinicolo sta subendo perdite stimate intorno ai 30 milioni di euro al mese a causa del mancato ritiro delle carni fresche. Se l'epidemia dovesse progredire, si rischia una perdita fino a 2,5 punti del PIL nazionale nel settore.
Le autorità sanitarie regionali hanno intensificato i controlli, con 14.500 ispezioni effettuate dal 2022 e l'abbattimento di oltre 20.000 capi suini nelle zone più colpite. Inoltre, sono stati formati circa 10.000 cacciatori per contribuire al contenimento dei cinghiali.
La richiesta di deroga per la caccia rappresenta un tentativo di bilanciare le esigenze di controllo dell'epidemia con la necessità di mantenere attivo un settore economico cruciale per la regione.
Resta da vedere se questa mossa sarà sufficiente a contenere la diffusione del virus e a mitigare i danni economici già ingenti.