Le donne italiane over 30 donano meno sangue rispetto alle loro coetanee europee. Questo è quanto emerge dall'indagine "Globuli Rosa", commissionata dal Centro Nazionale Sangue nell'ambito della campagna "Dona vita, dona sangue" del Ministero della Salute. Lo studio, condotto tra maggio e luglio 2024, ha coinvolto quasi 4.000 donne e mirava a identificare le barriere che impediscono loro di donare sangue regolarmente.
L'indagine, realizzata attraverso focus group e una survey online, ha evidenziato come la donazione di sangue, pur essendo percepita positivamente, fatica a trovare spazio nella routine delle donne over 30. La principale ragione emersa è la mancanza di tempo, citata dal 36,8% delle partecipanti. Le donne italiane, spesso al centro delle dinamiche familiari e responsabili della cura di figli e anziani, si sentono sovraccariche di doveri e faticano a considerare la donazione come prioritaria.
Altri fattori significativi includono la gravidanza e l'allattamento (18,5%), che portano a interrompere le donazioni e a riprenderle con difficoltà, e i problemi di salute, reali o percepiti (14,5%). Molte donne pensano erroneamente di non avere i requisiti necessari per donare, nonostante l'ottimo livello di salute generale delle italiane nel contesto europeo.
La scarsa informazione (13,6%) contribuisce a rafforzare pregiudizi e convinzioni errate che ostacolano la donazione. Inoltre, paure e preoccupazioni (7,7%) e una percezione negativa del sistema sanitario (2,8%) giocano un ruolo nel dissuadere potenziali donatrici.
L'indagine ha anche messo in luce la mancanza di supporto sociale e un sistema di welfare inadeguato, che costringono le donne a evitare ulteriori assenze dal lavoro, preferendo utilizzare permessi e ferie per necessità familiari piuttosto che per iniziative sociali come la donazione di sangue.
Questi risultati forniscono preziose informazioni per sviluppare strategie mirate a incrementare la partecipazione femminile alla donazione di sangue in Italia. La campagna "Dona vita, dona sangue" si propone di utilizzare queste conoscenze per sensibilizzare e incoraggiare più donne a diventare donatrici regolari, contribuendo così a soddisfare il crescente fabbisogno di sangue nel paese.