La questione della collegamento sud-ovest di Asti si fa sempre più calda, con il comitato No C.A.S.O. che alza il tiro portando il caso dell'azienda agricola Viarengo all'attenzione delle istituzioni.
La questione potrebbe presto diventare oggetto di un'interrogazione parlamentare e di un'interpellanza in Consiglio Regionale. Il sopralluogo effettuato presso l'azienda Viarengo, situata lungo il tracciato ipotizzato per la nuova arteria stradale, ha permesso al Comitato di sottolineare le criticità di un progetto che secondo loro rischia di stravolgere non solo il paesaggio, ma anche il tessuto economico locale.
Con la prospettiva di un dibattito istituzionale alle porte, a fare un sopralluogo sui campi dove dovrebbe passare l'opera è arrivata oggi Alice Ravinale, capogruppo di Avs in Consiglio regionale.
"Questo progetto sta andando avanti dopo che è stata fatta una convenzione con la regione, che ha le sue parti di responsabilità, soprattutto perché poi a quanto dicono sarà la regione a mettere i soldi", spiega Mauro Bosia, consigliere comunale . La questione, tuttavia, non si limita al solo aspetto finanziario. Il nodo cruciale riguarda gli impegni presi dall'ANAS nel 2015, quando si era impegnata a studiare un tracciato alternativo lungo il Borbore. "Ora ce la ritroviamo che progetta un'autostrada sostanzialmente, una tangenziale", continua , sottolineando come nell'unico documento ufficiale della convenzione si parli esplicitamente di "tangenziale" e "strada ad alto scorrimento".
Pronta un'interrogazione in consiglio regionale
Le preoccupazioni del comitato non si fermano qui. "Nel 2024, in una delle regioni con l'aria peggiore d'Europa, ha senso realizzare opere che aumentano il traffico veicolare?", si chiede Alice Ravinale che annuncia un'interrogazione in consiglio regionale . "È un dato ormai scientifico: più fai le strade, più le fai ad alto scorrimento, più aumentano le macchine. Non alleggerisci il traffico, lo aumenti".
Il confronto si sposta poi sulle priorità di investimento in una regione che presenta già criticità nel sistema di trasporto pubblico. "Abbiamo un sistema di trasporto pubblico su ferro fermo da anni, con linee chiuse e treni in ritardo. Davvero queste risorse devono essere spese per costruire nuove strade?", si
Le perplessità riguardano anche l'impatto ambientale dell'opera. "Ci sono problemi evidentissimi rispetto alla tenuta idrogeologica del nostro territorio", sottolinea Gianfranco Miroglio, ricordando come i recenti eventi climatici abbiano evidenziato la fragilità del territorio e come la zona ospita alcune casse di espansione collocate nelle vicinanze.
Il comitato No C.A.S.O. non si limita alla protesta, ma avanza proposte concrete. "Abbiamo portato delle proposte alternative di alleggerimento del traffico", spiega un attivista. "Il Comitato ha fatto una proposta di 5 punti di interventi leggeri che possono snellire il traffico, come il rendere gratuito il tratto tra Asti est e Asti ovest".
Viarengo: "Sarei costretto a chiudere l'attività"
"Abbiamo investito risorse per le colture e per l'allevamento di animali allo stato semibrado. Voi della regione siete a conoscenza di come funzionano le normative e le prassi non regolamentate. Abbiamo convertito l'azienda da terreni seminativi a pascolo. Abbiamo anche realizzato un laboratorio per la vendita diretta della carne, perché mia figlia si occupa di quel settore dell'attività - spiega Domenico Viarengo, titolare dei campi interessati al tracciato - Devo precisare una cosa che non è direttamente collegata alla questione della tangenziale: non abbiamo ricevuto alcun contributo da nessuno per questi investimenti. In secondo luogo, una tangenziale di queste dimensioni mi porterebbe via il 70% dell'azienda. Mi chiedo: dove potrei mantenere i miei animali se perdessi il 70% dei terreni? È evidente che sarei costretto a chiudere l'attività."
Una delle critiche più forti riguarda la mancanza di trasparenza e coerenza nelle comunicazioni ufficiali. "Se leggete la proposta di variante generale del piano regolatore, ci racconta un'altra storia. Lì si fa riferimento di nuovo a un percorso leggero. Sono contraddizioni assolutamente sospette, che non fanno trasparenza con i cittadini".
Il comitato solleva dubbi anche sull'effettiva necessità dell'opera. "Ci vengono a dire che dal sud della provincia, dall'Albese, dal Cuneese potrebbero transitare x mila mezzi all'ora, al minuto, al giorno. Ma una reale analisi veramente dettagliata e specifica su dove vanno, quali necessità hanno, quanti sono i veicoli che puntano comunque al centro della città, non c'è", denuncia il presidente Giorgio Caracciolo.
L'impegno per portare la questione a Roma
Il sopralluogo si è concluso con l'impegno del comitato a portare avanti la battaglia su più fronti. "Faremo un'interrogazione chiedendo che studio dei fabbisogni stanno facendo, se ritengono opportuno che gli investimenti vengano fatti per aumentare il traffico di auto, se ritengono possibile, in una zona che ha dei limiti di protezione di valenza naturalistica e agricola, fare un'opera di questo genere", annuncia la Ravinale.
Nel frattempo, nei prossimi giorni dovrebbe arrivare anche un'interrogazione parlamentare a firma del deputato Marco Grimaldi.
La vicenda del collegamento sud-ovest di Asti quindi salirà alla ribalta del dibattito regionale e parlamentare, mentre in Consiglio comunale è atteso un confronto sui possibili sviluppi del progetto.