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Sanità | 03 ottobre 2024, 16:19

Medici definiti "sicari": l'ordine dei medici contro le parole di Papa Francesco sugli aborti

I "camici bianchi" chiedono al Governo una "ferma presa di posizione nei confronti del Vaticano". Presa di posizione anche dall'ordine di Asti

Papa Francesco (Merfephoto)

Papa Francesco (Merfephoto)

Le parole di Papa Francesco, qualche giorno fa, contro l'aborto e i medici che lo praticano, non sono passate sotto silenzio e, questa mattina, l'ordine dei medici di Torino ha scritto al ministro della Salute Orazio Schillaci e al ministro degli Esteri Antonio Tajani per chiedere di “valutare una ferma presa di posizione nei confronti dello Stato della Città del Vaticano”.

Il Papa aveva definito sicari i medici che praticano l’interruzione di gravidanza.

“Come mediche e medici rispettiamo i diritti riconosciuti dallo Stato italiano - scrive l’Ordine-. Le affermazioni del Pontefice, attribuiscono un marchio di infamia sulla categoria medica, oltre a essere al limite dell’ingerenza nella legittimità di una norma di legge del nostro Stato”.

Un fatto non nuovo, perché già nel 2018, Papa Francesco appellò con lo stesso termine i medici non obiettori.

"Come sanitari, incaricati di pubblico servizio, tenuti all'osservanza delle leggi del nostro Paese, chiediamo quindi di valutare una ferma presa di posizione nei confronti dello Stato della Città del Vaticano per il marchio di infamia impresso, con le parole del Pontefice, sulla categoria medica, affermazione al limite dell' ingerenza nella legittimità di una norma di legge del nostro Stato".

Stessa indignazione da parte del presidente dell'ordine dei medici di Asti, Claudio Lucia che, insieme alla Federazione nazionale degli ordini, rimarca: "I medici svolgono un delicato compito, rendendo possibile l'applicazione di una legge dello Stato la 194/78. Una legge che prevede il rispetto della salute e della dignità della donna e della libertà sia della donna che del medico".

Il professionista ha infatti la facoltà di avvalersi dell'obiezione di coscienza, senza diventare elemento di giudizio o discriminazione. 

"Comprendiamo le ragioni di Sua Santità Papa Francesco, che esprime il punto di vista della Chiesa, continua Lucia. Nel nostro Paese i medici sono chiamati a svolgere un compito stabilito per legge senza obblighi o costrizioni, ma con la dovuta sensibilità e la vicinanza alla persona nel pieno rispetto della dignità umana. La legge 194 è una legge dello Stato e come tale è dovere di tutti rispettarla ed applicarla come ricorda anche il nostro codice deontologico all'articolo 43".

Betty Martinelli

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