Cultura e tempo libero - 02 ottobre 2024, 12:36

La Biblioteca Astense ha ospitato le "Vite ferme" di Paolo Boccagni

L'autore, sociologo e ricercatore preso l'Università di Trento, ha sfatato alcuni falsi miti sui migranti

Nell'ambito di un incontro svoltosi ieri presso la Biblioteca Astense, il Festival dei Popoli ha esplorato il tema delle vite sospese con la presentazione del libro “Vite ferme” di Paolo Boccagni, sociologo e ricercatore specializzato nello studio delle migrazioni. L’evento ha visto l’autore dialogare con Paolo Maccario, responsabile dell’Ufficio Pastorale Migrantes di Asti.

Il libro di Boccagni, professore all’Università di Trento, nasce da una lunga ricerca etnografica condotta in un centro di accoglienza. Paradossalmente, coloro che affrontano viaggi pericolosi per migrare, spesso si ritrovano in una stasi annullante nel paese d’arrivo. Boccagni ha trascorso anni come volontario in un centro d’accoglienza, osservando come le vite dei migranti rimangano paralizzate in attesa di un permesso di soggiorno che garantisca diritti e possibilità di ricostruzione identitaria.

Il viaggio fisico dei migranti è anche una ricerca di crescita personale e autonomia, che solo un lavoro in un paese vivibile può offrire. Tuttavia, la loro maturazione rischia di arrestarsi a causa degli stalli nelle procedure di accoglienza e integrazione. Nel libro, le vite sospese prendono vita attraverso i cinque sensi, con capitoli dedicati a ciascuno di essi.

Durante la presentazione, Boccagni ha sfatato il mito del cellulare come bene di lusso per i migranti, sottolineando la sua indispensabilità per orientarsi e connettersi con il mondo. Ha inoltre denunciato i tagli alla spesa pubblica nell’accoglienza, complicando il lavoro degli educatori socio-sanitari che affrontano vite segnate da traumi e sofferenze in un contesto legislativo incerto.

Redazione