Riceviamo e pubblichiamo un ricordo di Tino Daccà (leggi QUI), per molti anni barbiere del paese e dirigente della Società Tamburellistica.
Arrivai a Portacomaro alla fine degli anni "80 e con Tino stabilì da subito un bel rapporto, fatto della nostra infinita rivalita' calcistica, lui geonano io Juventino, di quell'incontrarci nella sua bottega e a quelle nostre chiacchierate.
Ogni volta ti accoglieva con quel sorriso che chi lo ha conosciuto sa cosa voglio dire, vero, inimitabile, lo contraddistingueva.
Penso a quel suo negozio, l'arredo che sembrava uscire da una cartolina in bianconero, le schedine che usava per le lamette, i famosi calendarietti che ti regalava a Natale o il suo grembiule azzurro.
Solare, gli volevo bene perché era lo specchio di un uomo vero, onesto e buono.
Quel suo prendermi in giro quando provava a parlare in Veneto, quando mi raccontava di tanti aneddotti del paese o li' nella piazza del paese dove non c'era bambino, uomo o donna che non lo salutava con un ...ciao Tino...
Da sempre mi chiamava col cognome, ma quel saluto era sempre caloroso, forte e accompagnato dal suo sorriso. Per lui ero il rigadin , spero si dica cosi' ...
Tino che nel giorno del mio matrimonio da tifoso rossoblu mi aspetto' in piazza con un poster della Juve...
Un piccolo spaccato ad una persona che porterò nel cuore.
Ciao Tino
GV