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Economia e lavoro | 17 settembre 2024, 07:20

Il cambio generazionale: una dura lotta per le imprese piemontesi

Le imprese artigiane della nostra regione invecchiano e la transizione ai giovani rimane una sfida cruciale

Il cambio generazionale: una dura lotta per le imprese piemontesi

Le imprese artigiane in Piemonte affrontano una sfida cruciale: l'invecchiamento della forza lavoro e la complessità del passaggio generazionale.

 Tra il 2016 e il 2022, l'11,1% delle aziende piemontesi ha completato questo passaggio, superando la media nazionale del 9,1%. Tuttavia, l'80,8% delle imprese non prevede un ricambio generazionale nei prossimi cinque anni, principalmente a causa della mancanza di giovani interessati o del disinteresse dei figli nel continuare l'attività familiare.

In Piemonte, solo l'8% delle imprese prevede un passaggio generazionale entro i prossimi cinque anni, mentre l'80,8% non lo considera realistico. Le principali difficoltà sono legate alla scarsità di giovani e al disinteresse delle nuove generazioni verso l'artigianato.

“Oggi le imprese sono interessate da un ricambio generazionale di competenze, siano esse manageriali, organizzative o di business”, afferma Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte. “Manca il ricambio anche perché l’artigianato non viene percepito come attività attrattiva per le giovani generazioni.”

Ad Asti, il 9,4% delle imprese ha completato il passaggio generazionale, mentre il 9,2% prevede di farlo entro cinque anni; l’81,4% considera il passaggio generazionale non praticabile.

Le altre province piemontesi mostrano percentuali variabili, restando sopra la media nazionale: Torino con il 10,2%, Cuneo con il 13,0%, Biella con il 16,9%, Alessandria con il 12,2%, Vercelli con il 14,7% e il Verbano con il 13,1%. Fa eccezione Novara con il 7,8%.

Le difficoltà principali riguardano questioni burocratiche e fiscali, e il trasferimento di competenze, mentre solo il 4,6% delle aziende segnala conflitti familiari.

“Questo processo di transizione non è solo un passaggio di quote societarie, ma c’è molto di più - conclude Felici - È una trasmissione di passioni, valori e competenze manageriali. Tutti aspetti che compongono il DNA di un’impresa e che devono essere adeguatamente trasmessi e raccontati a chi sarà il futuro capitano d’impresa. Non è certo un semplice percorso. È un viaggio che va programmato in tempo utile, forse anche dieci anni prima dell'inizio.”

Francesco Rosso

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