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Economia e lavoro | 17 settembre 2024, 07:20

Anche il Piemonte non è immune al drastico calo europeo della produzione cerealicola

Confagricoltura lancia l'allarme: "Inoltre la materia prima è pagata inadeguatamente, mentre i costi aumentano"

Anche il Piemonte non è immune al drastico calo europeo della produzione cerealicola

I dati recentemente pubblicati dal Copa Cogeca, l’organo di rappresentanza degli agricoltori e delle cooperative agricole dell’UE, hanno sollevato serie preoccupazioni riguardo alla produzione di cereali in Europa. La produzione complessiva dei 27 Paesi membri dovrebbe raggiungere i 257,3 milioni di tonnellate per soddisfare la domanda di mercato, ma attualmente si registra un calo del 4,7%, pari a circa 10 milioni di tonnellate in meno rispetto al raccolto del 2023. Anche a livello nazionale, la situazione produttiva rispecchia questa tendenza negativa.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, ha spiegato che le piogge persistenti in Piemonte da aprile in poi hanno ridotto significativamente le finestre temporali utili per le lavorazioni agricole. Questo ha causato ritardi nella semina e, in alcuni casi, ha reso necessaria la risemina di alcuni cereali, richiedendo l’uso di varietà con periodi di crescita più brevi e precoci. Nonostante la riduzione della produzione, la qualità del raccolto si è mantenuta su buoni livelli.

Allasia ha inoltre sottolineato che il settore cerealicolo e la sua filiera sono parte di una commodity globale, il che significa che i prezzi sono determinati da un listino mondiale che spesso non remunera adeguatamente le realtà produttive locali, sostenibili e garantite. A questa situazione già difficile si aggiunge l’aumento dei costi dei mezzi chimici, del carburante, dell’energia elettrica e delle sementi, che contribuisce sensibilmente all’incremento dei costi di produzione. Inoltre, il sistema degli anticipi e degli acconti degli aiuti PAC sta subendo ridimensionamenti e ritardi rispetto alla precedente programmazione.

“In sostanza, la materia prima è pagata in modo inadeguato, nonostante la qualità regga, ma i costi per produrre aumentano, ha dichiarato Allasia. Ha anche evidenziato che, sebbene gli agricoltori possano tracciare tutte le attività in campo per certificare la salubrità del prodotto, continuano a essere penalizzati poiché il valore aggiunto non viene distribuito in modo equo lungo tutta la filiera.

Un altro problema cruciale riguarda l’autosufficienza alimentare del Paese. Allasia ha sottolineato la necessità di una collaborazione tra produttori agricoli e trasformatori per superare le criticità di questa e di altre filiere significative del sistema agroalimentare nazionale. Questo potrebbe essere realizzato attraverso contratti tra le parti e collaborazioni con istituti di ricerca e università per valorizzare la materia prima nazionale.

Confagricoltura Piemonte ritiene inoltre che sia necessario migliorare la logistica per ridurre i costi lungo la catena di distribuzione, a vantaggio dei consumatori finali. “In altre parole, è necessario lavorare su progetti per filiere più competitive, capaci di creare reddito, favorire l’aggregazione di prodotto, migliorare la logistica di trasporto e di stoccaggio e, nel contempo, puntare su ricerca e innovazione per offrire al consumatore un prodotto sempre più di qualità”, ha concluso il presidente di Confagricoltura Piemonte.

Redazione

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