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Agricoltura | 07 settembre 2024, 10:15

PSA, l'allarme di Confagricoltura: la filiera suinicola nazionale perde oltre 20 milioni di euro al mese

Tornando a chiedere misure urgenti per il depopolamento degli ungulati, l'associazione di categoria sottolinea che molte aziende sono a rischio chiusura

PSA, l'allarme di Confagricoltura: la filiera suinicola nazionale perde oltre 20 milioni di euro al mese

La filiera suinicola piemontese e nazionale sta affrontando una crisi paragonabile, per certi versi, all’emergenza sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19. Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, ha sottolineato le gravi conseguenze economiche della Peste Suina Africana (PSA), una malattia virale che, pur non trasmettendosi all’uomo, sta devastando l’economia zootecnica.

Confagricoltura ha stimato perdite dirette di oltre 20 milioni di euro al mese per la filiera suinicola nazionale. Queste cifre potrebbero aumentare con l’estensione delle zone di restrizione in Piemonte, dove al 30 giugno scorso si contavano 1.164 allevamenti suinicoli. Nella zona 1, ad esempio, il numero di allevamenti coinvolti potrebbe passare da 40 a 71, con un impatto su circa 100.000 capi.

La nuova ordinanza contro la diffusione della PSA, valida fino al 30 settembre 2024, prevede l’abbattimento dei suini domestici contagiati, norme di prevenzione e innalzamento dei livelli di biosicurezza. Le province di Lodi, Pavia e alcune aree del Piemonte sono in quarantena.

La preoccupazioni degli allevatori

Lella Bassignana, direttore di Confagricoltura Piemonte, ha espresso le preoccupazioni degli allevatori. La regione Piemonte è al secondo posto per consistenza di suini dopo la Lombardia, con produzioni di alta qualità destinate al circuito delle DOP. Senza adeguati ristori, molte aziende potrebbero chiudere. L’epidemia comporta costi per lo smaltimento degli animali, necessità di cassa integrazione per i lavoratori e mancanza di reflui per gli impianti a biogas.

Confagricoltura Piemonte invita la popolazione a smaltire correttamente gli avanzi di cibo, per evitare la diffusione della PSA attraverso i cinghiali. Il settore torna a chiedere misure urgenti per il depopolamento degli ungulati, principali vettori del virus, e ristori per le aziende colpite.

Redazione

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