Sanità - 24 agosto 2024, 15:17

Vaiolo delle scimmie, per la Regione gay, trans e bisex a maggior rischio infezione. Ma si trattava di una circolare del 2022

Scoppia la polemica sul documento inviato alle Asl piemontesi, che indicava queste categorie come più a rischio. Onori, Asti Pride: "Non volontà di discriminare ma un superficiale copia-incolla"

Una polemica che, analizzata nei dettagli, si presta a diverse interpretazioni e può avere più di una lettura.

Nei primi giorni di agosto la direzione Sanità della Regione Piemonte ha diramato, a seguito della nota del Ministero della Salute, una circolare di aggiornamento sulla malattia Mpox, più comunemente conosciuta come Vaiolo delle scimmie.

Alle direzioni della Aziende Sanitarie Regionali sono state inviate alcune raccomandazioni per la sensibilizzazione di medici e operatori sanitari sui possibili casi di Mpox associati ai viaggi causati dal clade I di MPXV, inclusa la possibilità di diverse presentazioni cliniche, trasmissione attraverso vie sessuali e non sessuali e diversi gruppi colpiti rispetto alla precedente epidemia di mpox clade II, con una particolare attenzione al rafforzamento delle misure di protezione degli operatori sanitari stessi e dei caregiver.

Il caso

Dopo la circolare però, è già scoppiato un caso. Nel documento si legge che la trasmissione del Vaiolo delle scimmie avverrebbe principalmente, citiamo testualmente "tra persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (msm) che rientrino nei seguenti criteri di rischio: storia recente (ultimi tre mesi) con più partner sessuali; partecipazione a eventi sessuali di gruppo; partecipazione a incontri sessuali in locali, club, cruising e saune; recente infezione sessuale trasmessa; abitudine alla pratica di associare gli atti sessuali al consumo di droghe chimiche”

Per tutte queste categorie, quindi, secondo la Regione sarebbe particolarmente consigliata la vaccinazione.

Ma la circolare, che alleghiamo al fondo dell'articolo, è dell'agosto 2022, quando si era agli albori della malattia. In realtà oggi la circolare del ministero è cambiata e parla semplicemente di  “trasmissione interumana che avviene attraverso il contatto fisico stretto, compresa l'attività sessuale”. 

E non punta il dito su nessuna categoria in particolare. 

Secondo il sito del ministero della Salute, attualmente, in Italia, i casi di Mpox sarebbero 1056 con un incremento del +9%, in Piemonte si parla di meno di 30 casi e sono iniziate le vaccinazioni in sole 4 Asl: Alessandria, Cuneo, Vercelli. Torino.

Diverse sensibilità anche all'interno delle associazioni Lgbtqi

Abbiamo voluto approfondire il tema con Patrizio Onori, attivista Lgbtqi+. Pur facendo parte di Asti Pride, parla a titolo personale, in quanto, in generale, nelle associazioni del Piemonte, esistono  varie sensibilità. "Desidero esprimere cautela su questa vicenda - spiega Onori - nel senso di non fare, in situazioni sanitarie, polemiche oltre la realtà dei fatti e oltre la ricostruzione di ciò che è accaduto".

Una polemica dovuta forse alla fretta di vedere discriminazione a tutti i costi anche se, secondo Onori, la Regione Piemonte ha la responsabilità di avere agito frettolosamente. "Quando si tratta di questioni sanitarie bisognerebbe fare le cose con molta attenzione, invece la Regione è andata a prendere una circolare del Ministero della Salute del 5 agosto 2022, quando scoppiarono i primi casi di monkeypox  e l'ha buttata in modo brutale come indicazioni strategiche vaccinali alle ASL piemontesi".

La circolare che alleghiamo, realizzata dal Governo Draghi dopo il confronto con alcune associazioni Lgbtqi+, era firmata da Gianni Rezza, capo del dipartimento di prevenzione del ministero della Salute, e raccontava quali fossero le possibilità di contagio generali, senza fare nessuna categorizzazione e con i dati epidemiologici di allora e con un target prioritario, "ma non per creare una categoria - chiarisce Onori - ma perché i dati di allora dicevano che l'80% dei casi rilevati erano rilevati su una popolazione prettamente maschile, omosessuale, maschi che fanno sesso con altri maschi, punto, tra l'altro come priorità in realtà al primo posto ci sono gli addetti al laboratorio, analisi di tutte le Asl perché sono i più esposti, allora nessuno scandalo, perché comunque si partiva da dei dati epidemiologici di fatto e si costruiva una strategia vaccinale su quei dati".

Trova grave comunque Onori, il copia incolla di una circolare vecchia che non è stata abrogata. "Sembra che occorra vaccinare la comunità Lgbtqi perché sono quelli che sono più a rischio contagio di altri, il che non è vero, da qui nasce il polemicone, giustamente. Molte associazioni sono insorte, però in realtà in tutto quello che si sta montando io non ci vedo una volontà di discriminare la comunità LGBTQI, ma tutto deriva da questo copia e incolla senza la verifica di dati".

Serve maggiore chiarezza

 Quello su cui vuole puntare in particolare Onori è una maggior chiarezza sui dati di oggi, "quanti sono i casi, come sono distribuiti e da lì partire a costruire una strategia vaccinale, perché così si fa nei paesi seri, così si è fatto al 5 agosto 2022 e nessuno infatti fece scandali o polemiche di nessun tipo, perché i dati indicavano un target prioritario e quel target prioritario è stato dato come indicazione, ma senza categorizzare o senza discriminare. Oggi quello che è accaduto invece è tutt'altro, un copia e incolla della Regione Piemonte, creando questo polverone che in un momento così delicato secondo me non dovrebbe essere creato, quindi io mi auguro che la Regione  torni indietro, specifichi meglio cosa ha voluto dire e magari ci dia dei dati reali".

"Quanti vaccinati, di quale ceppo si parla - continua Onori - quello del 2022 o quello nuovo che arriva da Congo, la popolazione che ha toccato chi sono, quali sono? Perché è così che si costruisce una strategia vaccinale così come si è costruita la strategia vaccinale sul Covid, quando i vaccini erano pochi e le persone che morivano erano gli oltre 65 anni di età e il Ministero ha stabilito una priorità . Nessuno allora si è sognato di dire che si stava  facendo una discriminazione in base all'età".

Onori racconta la sua esperienza di persona Lgbtqi, che si è vaccinato regolarmente contro il vaiolo delle scimmie già due anni fa all'hub di Alessandria. "La Regione deve rendere più semplice vaccinarsi. Sono pochi 4 hub in tutto il Piemonte. Da Asti dobbiamo fare, per esempio, 30 chilometri con tutto ciò che può comportare. Anche se è migliorata la possibilità di prenotarsi online".