Attualità - 20 agosto 2024, 11:23

Allarme 118 in Piemonte: medici in rivolta contro la "somministrazione tramite algoritmo" proposta dalla Regione

La Federazione degli Ordini dei Medici denuncia: '"Soluzioni semplicistiche e pericolose per la carenza di personale'

La sanità piemontese è in fermento. La Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri del Piemonte ha lanciato un grido d'allarme sulla gestione della crisi del personale nel Sistema di Emergenza Territoriale 118. Al centro della controversia, una recente delibera regionale che autorizza gli infermieri a somministrare farmaci analgesici stupefacenti seguendo specifici algoritmi clinico-assistenziali.

La Federazione accusa la Regione, e in particolare l'Azienda Zero, di aver bypassato il necessario confronto con gli Ordini provinciali. Contrariamente a quanto affermato nella delibera, gli algoritmi non sarebbero stati presentati a tutti gli Ordini del Piemonte, ma solo parzialmente e in modo frammentario ad alcuni Presidenti provinciali.

I medici sollevano dubbi sulla sicurezza e l'applicabilità di questi protocolli, temendo che possano mettere a rischio sia i pazienti che gli operatori sanitari. La Federazione sottolinea che la grave carenza di medici non può essere risolta con una semplice delega di funzioni ad altre figure professionali.

"In tali occasioni sono state avanzate da parte dei Presidenti numerose perplessità sulla validità incondizionata e sulla effettiva applicabilità degli algoritmi stessi, e sulla possibilità attraverso il loro utilizzo di garantire la sicurezza del paziente e degli operatori oltre ogni ragionevole dubbio - si legge in una nota -  Anche l’impegno assunto da parte di Azienda Zero di nuovi incontri collegiali per un necessario aggiornamento sullo stato di applicazione degli algoritmi infermieristici in funzione dell’attività del 118, richiesto dai Presidenti, ad oggi è stato disatteso. La grave carenza di Medici non può essere surrogata in modo semplicistico tramite delega di funzioni alle altre figure professionali che lavorano nell’ambito sanitario. La professionalità e la peculiarità dell’atto medico non possono essere acquisite tramite delibere, leggi o regolamenti, che spesso vanno a confliggere con la normativa nazionale. La consultazione degli Ordini non può essere declassata ad una fastidiosa incombenza. Al contrario solo dal fattivo coinvolgimento degli Ordini dei Medici e dal rispetto del loro ruolo specifico di Enti sussidiari dello Stato, forse è possibile ritrovarsi su percorsi condivisi che vadano veramente incontro alle esigenze del Paziente e degli Operatori Sanitari".

Redazione