Cronaca - 27 luglio 2024, 17:21

Ragazza "palpata" in gita scolastica da un adulto e presunta 'disattenzione' della dirigente: "Non conta ciò che tu realmente sia, conta il modo in cui un giorno un caso inizia a descriverti sbriciolando tutto ciò che hai costruito"

Dopo i fatti raccontati dal quotidiano La Stampa, la smentita dell'avvocato Florio: "Non è mai stata pronunciata la frase 'Ti ci devi abituare'. Solidarietà alla giovane dalla politica astigiana

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L'attenzione alle molestie sessuali è, fortunatamente, sempre più alta e, se fino a qualche anno, fa le famigerate "mani morte" sarebbero state liquidate con insulti vari, oggi vengono chiamate con il loro nome, molestie, come in effetti sono. 

A far molto discutere in questi giorni è la notizia riportata dalle pagine del quotidiano La Stampa, notizia che ha avuto una grande eco anche sulle pagine nazionali, non solo su quelle locali. Al centro della discussione una ragazza di 18 anni che ha lamentato di essere "palpata" da uno sconosciuto durante una gita scolastica a Berlino, fuori da un ostello. Secondo quanto emerso la ragazza ha prima raccontato il fatto agli insegnanti presenti e poi, tornata ad Asti, alla dirigente, donna molto attiva e stimata, che, secondo la ragazza, avrebbe minimizzato l'accaduto dicendo "Ti ci devi abituare". Sarebbe emersa anche una seconda testimone che ha lamentato di essere stata a sua volta importunata a Berlino nello stesso ostello.

Una vicenda grave e disgustosa che rischia però di trasformarsi in una "gogna" nei confronti di una professionista che alla scuola dedica la maggior parte della propria vita, anche con iniziative di sensibilizzazione in diversi campi, tra cui l'attenzione proprio al rispetto della donna.

"Non conta chi tu realmente sia"...

La dirigente parla di un processo mediatico, è provata e riassume il senso di ciò che prova in una frase: "Non conta ciò che tu realmente sia, conta il modo in cui  un giorno all’improvviso un caso inizia a descriverti sbriciolando tutto ciò che hai costruito per le stesse persone che ora ti stanno sgretolando". È sconcertata e sta ricevendo l'appoggio e la solidarietà di allievi, insegnanti e anche dalla società che ha gestito il trasferimento degli allievi a Berlino. "Scelgo solo agenzie di qualità - sottolinea la dirigente - e Stat è da sempre garanzia di qualità, certo a volte possono capitare gli imprevisti, ma la sicurezza innanzitutto. Quella frase? Io non l'ho mai detta, anzi alle mie ragazze ho sempre detto 'denunciate'. Questo è un processo fuori dal tribunale".

Non aggiunge altro l'insegnante ma parla attraverso la nota ufficiale dell'avvocato Luigi Florio: "Smentisco categoricamente tali affermazioni facendo presente che quando la studentessa ha avuto il colloquio con la dirigente, quest'ultima, alla presenza dell'insegnante che aveva accompagnato gli studenti in gita scolastica e di un altro dipendente della scuola, dopo averne ascoltato il racconto, in cui la giovane ha fatto riferimento a un tentativo di palpeggiamento per fortuna sventato, le ha espresso solidarietà, pur evidenziando il suo scetticismo sull'utilità di una denuncia presentata in Italia e riguardante un fatto come quello descritto, commesso all'estero da uno sconosciuto. La frase attribuita alla mia assistita 'La scuola disconosce il fatto che ci sia stata violenza'- sta a significare che dal racconto fattole dalla studentessa è parso alla dirigente che emerga un tentativo di violenza più che una violenza consumata".

La scuola dispone, tra l'altro di uno sportello di supporto psicologico, cui la studentessa non ha ritenuto di ricorrere.

"Mai detta una frase del genere"

"Smentisco  - continua Florio - che la dirigente abbia mai detto 'ti ci devi abituare a questa cosa' e abbia 'quasi impedito di parlare' alla ragazza; l'ha invece ascoltata e le ha fatto presente che è sempre opportuno denunciare fatti illeciti, ma nel caso di specie la denuncia avrebbe dovuto essere presentata dove il fatto si è verificato, opportunità che risulta essere stata proposta alla studentessa dall'insegnante partecipante alla gita. L'affermazione della ragazza secondo cui la dirigente non le avrebbe dato un fazzoletto nonostante le sue lacrime è fuorviante: infatti la studentessa non lo ha mai chiesto e la mia assistita, insieme agli altri presenti, ha comunque cercato di consolarla e mostrale la vicinanza della scuola, come già aveva fatto l'insegnante in gita".

Conclude l'avvocato Florio: "La dirigente contrariamente a quanto sembrerebbe lasciare intendere il racconto della giovane, ha voluto ricevere la studentessa con la massima celerità, vale a dire il giorno successivo alla sua richiesta, nonostante attraversasse un periodo assai difficile per gravi problemi di salute a causa dei quali due giorni dopo ha subito un intervento chirurgico che l'ha costretta a una convalescenza di oltre due mesi".

Le reazioni

A portare la solidarietà alla studentessa Maria Ferlisi, capogruppo del Partito Democratico che rimarca l'importanza di denunciare.

 "Questo episodio non solo mette in luce l'importanza di denunciare le molestie, ma evidenzia anche la necessità di una gestione più sensibile e attenta da parte delle istituzioni scolastiche. Innanzitutto, è fondamentale riconoscere il coraggio della studentessa. Il suo gesto di denunciare l'accaduto, nonostante la minimizzazione e la mancata comprensione iniziale, rappresenta un esempio di forza e determinazione. In un contesto dove spesso le vittime sono costrette al silenzio e alla sopportazione, la sua voce ha risuonato come un grido di giustizia e dignità. La sua azione ci ricorda che nessuna forma di molestia è normale o accettabile, e che ogni individuo ha il diritto di sentirsi sicuro e rispettato. Le parole del questore Marina Di Donato sono state chiare e incisive:  'Le molestie vanno sempre denunciate'. Il questore ha ribadito l'importanza di non colpevolizzare la vittima per il suo abbigliamento o comportamento, sottolineando che nessuna giustificazione può essere accettata per un atto di molestia. Questo messaggio è cruciale, poiché promuove una cultura di responsabilità e rispetto. Tuttavia, è altrettanto importante affrontare la questione senza creare divisioni o conflitti inutili. La gestione dell’incidente da parte della preside e degli insegnanti può essere migliorata, ma è essenziale adottare un approccio costruttivo. Le istituzioni scolastiche devono essere supportate e formate per rispondere adeguatamente a situazioni di questo tipo, garantendo un ambiente sicuro per tutti gli studenti".

Vittoria Briccarello e Mauro Bosia (Uniti si può) ritengono che la scuola debba essere aperta e utilizzare sportelli psicologici, legali con professionisti. "È  necessario che gli istituti scolastici agiscano per la prevenzione e la protezione  degli studenti, e per farlo  occorrono gli strumenti: fondi destinati alla formazione del personale scolastico, al pronto intervento in caso di molestie, all’attività costante di monitoraggio del benessere degli alunni tramite un rapporto il più possibile costante, sano e continuativo con le famiglie. Non può esistere che una ragazza si senta di non avere gli strumenti, perché far credere che quegli strumenti non esistono fa sì che si cresca davvero abituatə a ciò che è sbagliato e criminale vinca. E questo caos mediatico dev’essere cassa di risonanza affinché anche una volta decantato dia stimoli e riflessioni su come attrezzarsi affinchè non capitino più situazioni, in cui una 'Anna' si trovi non capita, delusa, si senta tradita".