Cronaca - 22 luglio 2024, 12:34

Attacchi agli operatori del pronto soccorso: "Adesso basta. Serve aspettare che qualcuno si faccia male? Servono gli interventi promessi"

Dopo i gravi fatti di ieri le reazioni e la solidarietà. "Intollerabile che il personale infermieristico, medico e gli operatori sociosanitari siano esposti a continue situazioni di violenza sul luogo di lavoro"

Il giorno dopo i gravi fatti avvenuti ieri al Pronto soccorso di Asti (QUI l'articolo), resta la rabbia degli addetti ai lavori, mista a un senso di impotenza e sconforto e restano sul piatto tante riflessioni, anche sulle ripercussioni che una vicenda del genere avrebbe potuto avere sugli utenti del Pronto e della sanità in generale.

La vicenda

I fatti sono questi: tre persone hanno condotto al Pronto soccorso un ragazzino svenuto con un furgone. Il ragazzo aveva appena vomitato e, già all'entrata in triage, secondo quanto affermato da testimoni, sono volati insulti e prepotenze. Nel cercare di mettere da soli il ragazzino sulla barella, rifiutando l'aiuto dei sanitari, i parenti lo avrebbero inavvertitamente fatto cadere e il ragazzo avrebbe battuto il capo. A quel punto i parenti avrebbero forzato le porte fino ad arrivare alla shock room dove il loro congiunto avrebbe dovuto essere curato dai sanitari. Nel tragitto, sempre secondo le testimonianze, sarebbero volati non solo insulti, ma anche un estintore che, fortunatamente non ha colpito nessuno. E i parenti sono aumentati. Scardinata anche una porta del box e danneggiato un prezioso defibrillatore.

"Zone franche"

"Non è possibile fare in modo che il Pronto soccorso e l'ospedale siano zone franche - rimarca l'infermiere Gabriele Montana, segretario territoriale Nursind - dati i fatti di violenza che si sono susseguiti anche ad Asti, non ci si può aspettare che siano i singoli operatori a dover denunciare, esponendo a pericoli la propria famiglia. Questa gente va denunciata d'ufficio e arrestata. Abbiamo avuto l'aumento di un' unità di notte al posto di controllo, ma dei lavori di rafforzamento di videosorveglianza e rafforzamento ingressi che dovevano partire il 1 luglio non c'è ancora nulla. Il posto di polizia nel week end è coperto sono fino alle 14. Non puntiamo il dito contro nessuno ma questi episodi si possono verificare il qualsiasi momento".

Montana rimarca che la direzione generale ha investito sulla guardia notturna, ma rimarca anche quanto, secondo i sanitari, non sia sufficiente:  "Ad oggi non è stato picchiato nessuno, serve aspettare che qualcuno si faccia male"?

L'argomento era stato oggetto anche di una conferenza stampa in ospedale con le forze dell'ordine e il prefetto (QUI l'articolo).

Un pomeriggio di terrore

Sconfortati e arrabbiati anche alcuni infermieri e operatori sanitari del Pronto soccorso, con la voce tremante: "Vogliamo che l'azienda si prenda la responsabilità e ci dia a noi che abbiamo vissuto un pomeriggio di terrore, risposte sulle cose promesse e non fatte, continuiamo a vivere in questo modo e le risposte le vogliamo ora. Non è normale vivere una cosa del genere. Queste persone hanno anche impedito il soccorso, la guardia era impegnata in un altro punto in ospedale, poi è arrivata e sono arrivate anche le forze dell'ordine (carabinieri e guardia di finanza) che li hanno allontanati".

Solidarietà anche dal presidente dell'Ordine dei Medici di Asti, Claudio Lucia: "Intollerabile questa aggressione. Il Pronto soccorso deve essere messo in condizione di aiutare tutti e deve lavorare con serenità per operare in tranquillità. È stato creato anche un grave disagio nei confronti dell'utenza. Questo è un mondo di violenza, purtroppo, ma tutti dobbiamo arginarla, crea solo ansia, danni e preoccupazioni. Questo è un lavoro delicato e voglio ringraziare tutti gli operatori e le forze dell’ordine che ogni giorno si rapportano con questi momenti".

Anche l’ Ordine delle Professioni Infermieristiche di Asti esprime la più ferma condanna nei confronti dell’atto di violenza perpetrato contro gli operatori sanitari presso l’ospedale di Asti. Sottolinea la presidente Stefania Calcari: "Riteniamo inaccettabile qualsiasi forma di aggressione nei confronti di chi  si dedica  alla cura e all’ assistenza dei pazienti. È intollerabile che il personale infermieristico, medico e gli operatori sociosanitari siano esposti a continue situazioni di violenza sul luogo di lavoro. Esprimiamo la nostra solidarietà agli operatori sanitari coinvolti e l’ Ordine si farà portavoce presso le competenti autorità".

Betty Martinelli