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Economia e lavoro | 21 luglio 2024, 07:20

L'economia piemontese tira il freno, il saldo tra nuove imprese e chiusure segna un modesto incremento

Nel secondo trimestre del 2024 il risultato è positivo per 1.536 unità, ma il tasso di crescita è inferiore rispetto ad un anno fa

L'economia piemontese tira il freno, il saldo tra nuove imprese e chiusure segna un modesto incremento

L'economia piemontese tira il freno, il saldo tra nuove imprese e chiusure segna un modesto incremento

Nel periodo aprile-giugno 2024 il sistema produttivo regionale non è riuscito ad espandere in maniera significativa la propria base imprenditoriale. Il II trimestre 2024 si è chiuso, infatti, con un risultato debolmente positivo per il tessuto piemontese che continua a mostrare resilienza, insieme a qualche slancio di dinamismo.

Saldo lievemente positivo

Dall’analisi puntuale dei dati emerge, infatti, come nel periodo aprile-giugno 2024, siano nate in Piemonte 5.499 imprese, 229 aziende in meno rispetto al II trimestre 2023. Le cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio) si sono attestate a 3.963 contro le 3.950 del II trimestre 2023. Il saldo è risultato positivo per 1.536 unità.

Lo stock di imprese complessivamente registrate a fine giugno 2024 presso il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ammonta quindi a 421.543 realtà imprenditoriali.

Tasso di crescita inferiore rispetto al 2023

Il tasso di crescita delle imprese piemontese nel secondo trimestre del 2024 è di poco inferiore rispetto a un anno fa. Il lavoro che continua ad attendere le istituzioni regionali, tra cui le Camere di commercio, è di offrire agli imprenditori un territorio attrattivo, dove il ‘fare impresa’ venga sostenuto e incentivato con politiche di semplificazione e di aiuto al credito. Gli effetti ritardati della pandemia di Covid-19, le guerre in corso e gli energetici in lieve aumento non favoriscono un clima di fiducia e stabilità: in questa cornice occorre puntare sull’innovazione, applicata anche al settore green. È questa la strada per rendere il Piemonte più competitivo e performante” commenta Gian Paolo Coscia, Presidente Unioncamere Piemonte.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita lievemente positivopari al +0,37%, dato più debole sia rispetto a quanto registrato a livello nazionale (+0,50%) nel trimestre in esame, sia nei confronti del risultato piemontese del II trimestre 2023 (+0,42%) e del II trim 2022 (+0,41%).

Asti, Vercelli e Torino con i dati migliori 

La debole espansione evidenziata dal tessuto imprenditoriale regionale è il frutto di variazioni positive di lieve entità segnate in tutte le realtà provincialiAsti (+0,46 %), Vercelli (+0,40%) e Torino (+0,39%) mostrano i dati migliori conseguendo un tasso di crescita superiore a quello medio piemontese. Biella e Alessandria (entrambe con un tasso del +0,37%) segnano una dinamica in linea con quella complessiva piemontese. Al di sotto della media troviamo Cuneo, con una crescita del +0,32%Novara - che segna un +0,24% - e Verbania (+0,21%).

Vanno meglio le società di capitale

Tra le forme giuridiche, il segmento più dinamico del tessuto imprenditoriale piemontese continua a essere quello delle società di capitale, che evidenziano un tasso di crescita del +0,95% e raggiungono un peso pari al 21,8% del totale delle aziende con sede legale in Piemonte. Le società di persone, che incidono per il 20,3% sul totale, mostrano una sostanziale stabilità, segnando un tasso di poco inferiore allo zero (-0,12%). Il risultato evidenziato dalle ditte individuali, che rappresentano il 55,8% delle aziende, appare positivo (+0,33%), mentre risulta quasi nullo quello delle altre forme (+0,02%).

Nel trimestre aprile-giugno 2024 il risultato migliore è stato espresso dal comparto degli altri servizi (+0,70%) e da quello delle costruzioni (+0,62%) che, insieme al turismo (+0,61%), hanno segnato tassi di crescita superiori a quello medio regionale.

Settore agricolo e commercio quasi fermi

Uno sviluppo di debole entità ha caratterizzato le imprese dell’industria in senso stretto (+0,13%), mentre orientato alla stabilità è apparso l’andamento del tessuto imprenditoriale agricolo (-0,08%) e del commercio (+0,08%).

Massimo De Marzi

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