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Al Direttore | 29 giugno 2024, 14:02

A Bubbio un geologo residente solleva perplessità sugli interventi lungo il Bormida

"Serve Un muro di cemento armato per correggere la natura del fiume?"

A Bubbio un geologo residente solleva perplessità sugli interventi lungo il Bormida

Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni del geologo residente a Bubbio, Giovanni Carlo Ghione, a proposito dei lavori lungo il fiumi Bormida.

Il 17 giugno 2024 vi è stata la firma del contratto da parte delle ditte che si sono aggiudicate il primo lotto dei lavori sul fiume Bormida.

Contestualmente ho inoltrato una PEC all'Amministrazione di Bubbio richiedendo (quarta volta dal 18/05/2022) di poter visionare gli atti tecnici e procedurali del/i progetto/i; ma ad oggi, 28/06/2024, l'accesso non mi è stato concesso.

Desidero visionare i predetti atti perchè si tratta di lavori che, oltre a possibili variazioni dell'assetto idrogeologico del primo sottosuolo, modificheranno pesantemente l'assetto idrologico e paesaggistico della località Giarone (es. dalla parte bassa il Bormida non sarà più osservabile).

Ad oggi ho solo informazioni da articoli di giornale e dichiarazioni pubbliche, nonché quanto visto eseguire in sito dal predetto maggio 2022.

Nel dicembre 2023 ho partecipato alla presentazione del progetto ma alcune perplessità sono aumentate (ad es. lungo la S.P. 25 il ponticello sul rio San Pietro, affluente del Bormida, non dovrebbe essere rifatto e quindi essendo ben più basso delle previste sommità arginali in coincidenza delle piene alluvionali verrebbe a comportarsi come un sifone?).

Infatti anche la parte bassa della località Giarone sarà verosimilmente interessata da arginature e non escludibili muri in cemento armato, lungo il rio San Pietro e lungo un colatore suo tributario.

L'intervento, il cui costo negli anni è progressivamente aumentato da 1,7 milioni di euro agli attuali 4,6 milioni di  euro, finanziato fra le priorità del PNRR e dalla Regione Piemonte, secondo il signor sindaco, prevederebbe di «rinforzare gli argini lungo la strada provinciale ed ampliare l’alveo nelle zone dove il percorso del fiume si fa più tortuoso»; anche se lungo la strada provinciale non mi risulta esistere alcun argine.

Solo parte di quanto è previsto in progetto sarebbe un argine “tradizionale” in materiali sciolti, mentre per la rimanente maggior parte si tratterebbe di un diaframma-muro in C.A.: profondo fino a 12 metri, largo 0,6 metri ed alto fuori terra diversi metri; da realizzarsi lungo la sommità della sponda in sinistra idrografica del Bormida per una lunghezza di circa 700 metri.

Le future piene saranno così necessariamente costrette a defluire interamente nel settore in destra idrografica, con evoluzioni morfo-idrologiche assai difficilmente preventivabili.

Il progetto prevederebbe l'ampliamento della sezione fluviale in destra idrografica di una quantità tale, parrebbe, da far defluire le portate di piena nell'alveo, mentre sinora si sono espanse, su ambo i settori di fondovalle, per anche più di duecento metri.  

Dovranno essere spostate terre con probabile presenza di inquinanti “ex ACNA” e forse anche dei Rifiuti Solidi Urbani di Bubbio che, circa mezzo secolo fa, per diversi anni vennero ivi portati.

Aspettativa di progetto che a prima vista mi induce più di una perplessità sia per il fatto che il tratto d'alveo ai due estremi presenta due anse con curvatura prossima ai 90° ove è ricorrente la deposizione di sedimenti (tanto più durante le piene) sia perchè il Progettista ha affermato che l'efficacia dell'intervento è subordinata al mantenimento delle condizioni di progetto; condizioni che ben difficilmente potranno mantenersi nel tempo, quantomeno durante le piene.

Insieme di scelte che in un periodo storico che dovrebbe essere di transizione ecologica paiono entrare in collisione con il Piano di gestione del rischio di alluvioni della Regione Piemonte che, riconoscendo la non definitiva riduzione dei danni da alluvioni a seguito di interventi tecnico-strutturali di difesa mirati al controllo delle dinamiche naturali, ha invece indicato il ripristino delle condizioni di naturalità e delle dinamiche proprie dei corsi d’acqua come soluzione duratura al fine di “Assicurare maggiore spazio ai fiumi” e così ridurre il rischio idraulico.

Pertanto attendo di poter esaminare gli atti procedurali e di progetto.

Cittadino di Bubbio - geologo Giovanni Carlo Ghione

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