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Economia e lavoro | 27 giugno 2024, 15:04

Il caporalato: cupa piaga che non risparmia l'Astigiano [GALLERIA FOTOGRAFICA]

La Guardia di Finanza sta indagando su una vicenda nella quale si configurano anche molteplici altre ipotesi di reato

Un'immagine della manifestazione sindacale anti caporalato svoltasi ieri pomeriggio nel centro di Asti. A fine articolo ulteriori immagini della galleria fotografica a cura di Merfephoto - Efrem Zanchettin

Un'immagine della manifestazione sindacale anti caporalato svoltasi ieri pomeriggio nel centro di Asti. A fine articolo ulteriori immagini della galleria fotografica a cura di Merfephoto - Efrem Zanchettin

Mentre l'Italia è ancora scossa dalla tragica morte di Satnan Singh, immigrato vittima di un terribile incidente occorsogli mentre lavorava in nero per un'azienda di Latina, il fenomeno del caporalato si conferma una realtà tangibile anche nell'Astigiano. A testimoniarl e denunciare la problematica ha contribuito anche la manifestazione organizzata ieri pomeriggio in piazza San Secondo dai sindacati CGIL, CISL e UIL, uniti nel contrasto allo sfruttamento lavorativo e a cui fanno riferimento le immagini presenti in questo articolo.

Sempre in questo contesto, sta emergendo una agghiacciante vicenda - citata inizialmente dal quotidiano La Repubblica e di cui vi abbiamo già parlato in un precedente articolo che potete rileggere qui - portata all'attenzione della Guardia di Finanza tramite una specifica denuncia risalente all'agosto scorso.

Stando alle informazioni rese alle Fiamme Gialle, che nel massimo riserbo stanno operando con il coordinamento della Procura per effettuare gli accertamenti del caso, quattro  lavoratori stranieri sarebbero stati reclutati all'esterno di un centro di accoglienza dell'Astigiano e impiegati in condizioni disumane presso un'azienda avicola del territorio.

I quattro sarebbero stati incaricati di macellare polli, poi destinati al mercato della grande distribuzione organizzata, asfissiandoli con il gas a fronte di un compenso di 20 euro per ciascun tir caricato (addirittura ridotti a 10 dal quarto mezzo pesante in poi), da dividere tra loro. Cinque euro a testa per un lavoro pericoloso, degradante e privo di qualsiasi tutela.

Letizia Capparelli, segretaria provinciale Flai Cgil, conferma che non si tratta di un caso isolato: "Non siamo lontani dal 2016 quando furono smantellate delle baracche. È una piaga enorme e il circuito di vendita della grande distribuzione crea un sistema al ribasso che non garantisce il rispetto dei minimi diritti ai lavoratori".

Caporalato ma non solo, tutte le sfumature dell'inchiesta

Dall'indagine - in cui non mancano numerose testimonianze raccapriccianti, compresa quella di un quinto lavoratore straniero che, pur regolare, è accomunato agli altri quattro dall'urgenza di avere un qualsiasi impiego - emerge un quadro estremamente allarmante di lavoratori "in nero" privi di dispositivi di protezione, costretti a smaltire carcasse di animali scartati, spesso senza ricevere nemmeno il misero compenso pattuito.

Ma il problema va ben oltre lo sfruttamento lavorativo. Si profilano gravi violazioni delle norme sull'immigrazione, con il coinvolgimento dei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) come bacino di reclutamento per manodopera disperata. Inoltre, le precarie condizioni igieniche in cui operano questi lavoratori sollevano serie preoccupazioni di salute pubblica, considerando che i prodotti finiscono sulle tavole dei consumatori.

Le indagini in corso stanno cercando di far luce su un sistema che sembra coinvolgere non solo l'azienda direttamente implicata, ma potenzialmente un'intera filiera produttiva. Si indaga su possibili violazioni ambientali legate allo smaltimento improprio di rifiuti pericolosi e sulle responsabilità di chi ha permesso che questa situazione si protraesse nel tempo.

L'INPS precisa: sempre in prima linea contro il caporalato e il lavoro sommerso

L'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) ha rimarcato il proprio impegno nella lotta al caporalato e al lavoro irregolare. Nel 2023, l'ente ha condotto un'intensa attività di controllo che ha portato all'annullamento di oltre 27.000 contratti irregolari nel solo settore agricolo, con 425 lavoratori denunciati a seguito di 669 ispezioni mirate.

L'INPS sta adottando un nuovo approccio, che prevede percorsi di accompagnamento per le aziende e controlli preventivi. Questo piano, approvato dal Consiglio di Amministrazione guidato da Gabriele Fava, si inserisce in una più ampia strategia di collaborazione interistituzionale con il Ministero del Lavoro e le Forze dell'Ordine.

Per il 2024, l'Istituto ha programmato un'intensificazione dei controlli, con particolare attenzione ai settori più a rischio come l'agricoltura, il lavoro domestico e le attività stagionali. L'obiettivo è contrastare non solo il lavoro completamente sommerso, ma anche il cosiddetto "lavoro grigio", caratterizzato da rapporti formalmente regolari ma sostanzialmente irregolari.

Un'importante novità è l'implementazione del Portale Nazionale del Sommerso (PNS), una piattaforma che permetterà una migliore condivisione dei dati tra gli enti preposti ai controlli, ottimizzando così l'efficacia delle ispezioni e il monitoraggio del fenomeno su scala nazionale.

Gabriele Massaro

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