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Agricoltura | 25 giugno 2024, 15:32

Asti Agricoltura: urgente affrontare il problema degli ungulati

Dura presa di posizione anche nei confronti di quanti, secondo la direttrice dell'associazione "Fanno ambientalismo da salotto o da giardino"

Asti Agricoltura: urgente affrontare il problema degli ungulati

La questione degli ungulati, in particolare cinghiali e caprioli, continua a destare preoccupazione negli agricoltori della provincia di Asti. Gabriele Baldi, presidente di Asti Agricoltura, ha recentemente rimarcato l'urgenza di affrontare questo problema, mettendo in evidenza le gravi ripercussioni sull'agricoltura locale e sulla sicurezza pubblica.

"La pressione esercitata da questi animali sul territorio agricolo e urbano è eccessiva, risultando oltremodo dannosa e pericolosa", ha dichiarato Baldi. La presenza di ungulati non solo danneggia le coltivazioni ma rappresenta anche un serio rischio sulle strade e nelle aree urbane.

Mariagrazia Baravalle, direttore dell'organizzazione astigiana, ha espresso la sua frustrazione riguardo alle numerose iniziative intraprese per mitigare il problema, che spesso non hanno portato ai risultati sperati. "Abbiamo organizzato proteste, incontri con le prefetture, richieste di intervento dell’esercito e coordinamenti commissariali in seguito alla diffusione della Peste Suina Africana. Tuttavia, i risultati sono stati spesso poco tangibili e poco comunicati".

Baravalle ha anche sottolineato l'importanza di affrontare alcune tematiche a livello nazionale con norme più snelle. Un esempio significativo è il piano di contenimento dei caprioli nel Sud Astigiano, che è stato recentemente bloccato da un ricorso al TAR presentato da un'associazione ambientalista. "Questo blocco sta penalizzando pesantemente l'economia agricola e mettendo a rischio la sicurezza delle persone", ha aggiunto Baravalle, criticando l'atteggiamento di alcuni ambientalisti che: "fanno ambientalismo da salotto o, diciamo, da giardino".

Nonostante i numerosi abbattimenti di cinghiali effettuati dall'amministrazione provinciale in collaborazione con l'ATC, la situazione rimane critica. "In alcune zone, la pressione dei cinghiali è effettivamente diminuita, ma non è ancora sufficiente né omogenea sul territorio. Per i caprioli, che si concentrano soprattutto nel Sud Astigiano, è necessario un cambio di passo", hanno concluso i rappresentanti di Asti Agricoltura.

Redazione

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