Voce al diritto - 22 giugno 2024, 07:45

Locazione e prostituzione, cosa si rischia?

“Buongiorno Avvocato, 

temo di essere in un brutto guaio: ho affittato a un ottimo prezzo un appartamento di proprietà che ho in paese, ero contento perché era sfitto da diverso tempo, l'unica cosa è che l'ho affittato a una signora che è nota per essere una escort.

Ora c'è stato un controllo di polizia nell'appartamento a seguito, pare, della segnalazione di un vicino che vedeva un via vai di uomini che entravano e uscivano. La polizia è venuta anche da me a chiedermi i documenti. Che cosa rischio? Posso finire in prigione?”

Gentile lettore,

posso comprendere che la prospettiva di un facile guadagno sia stata una forte tentazione, però immagino anche lei potesse prevedere che una situazione del genere era fonte di facili problemi.

Ciò detto, dal punto di vista della responsabilità penale, la sua situazione non è così critica.

Il reato che potrebbe essere configurabile a suo carico è infatti quello di favoreggiamento della prostituzione.

In particolare, prevede l'art. 3 comma 1 n. 8 della legge 75/1958 che "è punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da lire 100.000 a lire 4.000.000... chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui".

Il favoreggiamento è la condotta diretta a facilitare o comunque apportare un contributo determinante all'esercizio della prostituzione. Lo sfruttamento è invece il ricavare un'utilità dall'esercizio di tale attività da parte di un terzo.

La recente giurisprudenza della Corte di Cassazione, tuttavia, appare orientata ad affermare che la locazione di un immobile a persona che esercita la prostituzione non sia né favoreggiamento, né sfruttamento, anche nell'ipotesi in cui il proprietario sappia che l'inquilino eserciterà l'attività di  meretricio all'interno dell'appartamento.

La Suprema Corte ha infatti affermato che “non integra il reato di favoreggiamento della prostituzione la cessione in locazione di un appartamento, a prezzo di mercato, pur nella consapevolezza che ivi si eserciterà la prostituzione, a meno che vengano fornite prestazioni accessorie che vadano oltre il mero aiuto alla persona, concretizzandosi in un’oggettiva agevolazione all’esercizio del meretricio” (Cass. 4571/2018).

Anche la previsione di un canone di locazione maggiorato non è stata ritenuta penalmente rilevante. In merito la Cassazione ha infatti dichiarato: "la locazione di un immobile a una prostituta a un canone maggiorato non integra, per ciò solo, il delitto di favoreggiamento della prostituzione, in quanto non incide favorevolmente sullo svolgimento di detta attività, potendo, invece, costituire un maggiore ostacolo all'ottenimento dell'abitazione" (Cass. 2056/2024).

Quindi la previsione di un canone di locazione conforme ai valori di mercato, o anche di un canone superiore, non integra il reato di favoreggiamento della prostituzione, anche se il proprietario sa che nei locali si eserciterà la predetta attività. Perché sia configurabile il reato è invece richiesta un'attività ulteriore, che consista, oltre alla messa a disposizione dell'appartamento dato in locazione, anche in altre condotte che agevolino in concreto il meretricio.

La giurisprudenza suddetta sembra motivata dalla volontà di riconoscere anche alla prostituta un diritto all'abitazione. Bisogna infatti considerare che, in sé, il prostituirsi non è reato secondo l'attuale Legge Italiana e, per vero, neanche chi si rivolge a una persona maggiorenne che esercita la prostituzione per avere tali servizi incorre in un reato.

Il reato sussiste solo, appunto, per condotte che quanto meno facilitino la prostituzione e la giurisprudenza attuale sembra in prevalenza valutare che il contratto di locazione, in sé, abbia quale fine quello di rispondere ad esigenze abitative, piuttosto che favorire l'esercizio del meretricio.

Pertanto, in conclusione, si dovrebbe escludere una sua responsabilità penale, alla luce della giurisprudenza sopra citata. In ogni caso il consiglio che mi sento di darle è di rivolgersi comunque a un legale di sua fiducia, per valutare nel dettaglio ogni aspetto della vicenda.

Avv. Filippo Testa


Voce al diritto a cura dell'Avv. Filippo Testa
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