La consigliera di minoranza Vittoria Briccarello, del gruppo Uniti si può, torna a sollevare il problema degli edifici abbandonati ad Asti, un tema che aveva già affrontato due anni fa nel corso della campagna elettorale per le Amministrative presentando, insieme al collega Mauro Bosia, progetti per il recupero di spazi dismessi.
"C'è un reminder doveroso da fare", esordisce Briccarello, elencando una lunga serie di strutture in stato di abbandono che segnano il tessuto urbano astigiano. Tra questi, la consigliera cita "l'ex Ospedale, l'ex Maternità, il Maina, il palazzo INPS, il Trovaamici, la Waya", ma non si ferma qui. Prosegue menzionando "le palazzine in piazza Leonardo Da Vinci, i condomini zona Artom, l'ex Bingo, il Movicentro, il chioschetto di Parco della Resistenza e l'ex Splendor".
Briccarello sottolinea come alcuni di questi edifici siano di competenza privata, altri di competenza regionale, ma evidenzia un problema più ampio: "La richiesta di persone in emergenza abitativa è in aumento, così come la richiesta di luoghi di ritrovo sociali, sedi per associazioni di volontariato, spazi di coworking e cohousing."
La consigliera non risparmia critiche all'amministrazione comunale: "Il Comune di Asti città in Regione non conta NULLA e questo lo dimostrano i grandi edifici vuoti che sventrano la città e depauperano i quartieri". Briccarello denuncia anche l'inefficacia dell'azione comunale nei confronti dei privati, citando il caso dell'ex benzinaio di viale Partigiani.
"L'immagine che ne esce è di una città scolapasta, con edifici abbandonati che divorano ciò che hanno intorno, nella paradossale emergenza abitativa in aumento", afferma la consigliera, dipingendo un quadro critico della situazione.
Briccarello solleva anche perplessità sul progetto di un nuovo palazzetto in piazza d'Armi, ritenendolo non prioritario rispetto alle strutture sportive esistenti "già al collasso".
Infine, la consigliera conclude con una stoccata alla Regione: "Con una regione che stanzia 40 milioni di euro per fingere di iniziare i lavori per il CASO (costo totale 410 milioni), i fondi ci sono eccome."