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Cronaca | 30 maggio 2024, 09:58

In aula la versione della badante accusata di circonvenzione: "L’ho mantenuta per anni in Romania, non le devo nulla"

Lunga udienza in tribunale ad Asti per il processo che vede imputata la 47enne Anca Egorov. Secondo la Procura avrebbe sottratto alla 79enne cui prestava assistenza due polizze vita e 300mila euro

In aula la versione della badante accusata di circonvenzione: "L’ho mantenuta per anni in Romania, non le devo nulla"

"L’ho mantenuta per anni, in Romania viveva come una regina. Non devo restituire nulla". 

Ha respinto ogni addebito in merito all’ipotesi di circonvenzione d’incapace per la quale è a giudizio di fronte al Tribunale di Asti, tra i soggetti sfilati di fronte al giudice Matteo Bertelli Motta nella lunga udienza tenuta lo scorso 16 maggio, Anca Egorov, la 47enne badante romena che lo scorso 4 dicembre era finita agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Costigliole d’Asti nell’ambito di un’inchiesta nata dalla denuncia presentata tre mesi prima, nel settembre 2023, dalla 79enne Giuseppina Marcovecchio. 

Sua assistita dal 2015, l’anziana di Castagnole delle Lanze ha accusato la badante di averla in sostanza circuita per trarne un vantaggio personale. Quest’ultimo, sono le tesi condivise dal sostituto procuratore astigiano Davide Greco, si sarebbe concretizzato nell’indebita appropriazione da parte della 47enne di due polizze vita e di oltre 300mila euro, denari fatti sparire dai conti correnti dell’anziana, conti sui quali la Egorov era stata autorizzata a operare. 

Risorse ingenti, metà delle quali sarebbero poi state impegnate nell’acquisto di una tabaccheria nella centrale piazza Umberto I a Santo Stefano Belbo, attività poi rivenduta dalla Egorov a ignari acquirenti. 

La badante avrebbe messo in atto tale piano arrivando ad allontanare la sua assistita, convinta a trasferirsi presso la madre dell’imputata in Romania, dove sarebbe rimasta per ben otto anni. 

Circostante al centro delle deposizioni tenute nell’aula del palazzo di giustizia di Asti. Qui sono sfilati i testi dell’accusa, tra i quali gli impiegati della banca cui Marcovecchio aveva affidato i propri risparmi. 

Poi la stessa parte lesa, accompagnata in aula dalla curatrice speciale Francesca Racconci e dall’amministratrice di sostegno Giulia Gai – la donna si è costituita parte civile con l’assistenza dall’avvocato Pierpaolo Berardi –, che ha riferito di quando ha conosciuto l’imputata, della profonda depressione da lei vissuta alla morte del marito e del successivo trasferimento in Romania. 

Quindi è toccato all’imputata, che in giudizio è difesa dall’avvocato albese Roberto Ponzio e dal collega torinese Stefano Caniglia (la donna ha revocato il mandato a Claudiu Craciun), rendere la propria deposizione. La donna ha sostenuto che l’anziana ha vissuto a lungo in Romania per libera scelta, che preferiva quella sistemazione perché in Italia non aveva nessuno e anzi, avrebbe avuto rapporti conflittuali coi propri parenti. 

Il processo è stato aggiornato al 17 giugno prossimo con le audizioni dei testi della difesa.

Ezio Massucco

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