"Con le réclames sempre più grandi / Coi magazzini le scale mobili /Coi grattacieli sempre più alti / E tante macchine sempre di più". Era la velata ironia di Giorgio Gaber, nel 1969, a ricordarci cosa fosse, per quei tempi, il benessere e il progresso. C'era un tempo in cui quella città sempre più grande e sempre più bella era (anche) Asti, e aveva un simbolo univoco, riconosciuto da tutti: l'Upim
E' notizia di ieri (leggi QUI) la conferma dell'assessore al commercio Mario Bovino sulla nuova destinazione dell'immobile dell'Upim - prevista per il 2025 - che negli anni '70 e '80 è stato l'unico vero grande centro commerciale di Asti.
"L'edificio - ha affermato l'assessore - è stato acquistato da un imprenditore astigiano che riqualificherà l'immobile e quella zona riprenderà vita. Un progetto interessante: ci saranno attività commerciali, uffici open space e abitazioni. Diventerà un complesso commerciale e abitativo".
Insomma, per la zona est di corso Alfieri, da tempo vittima di una lunga china discendente, partita con la chiusura della caserma Colli di Felizzano, proseguita con lo spostamento dell'ospedale e in ultimo con la chiusura della Casa di Riposo Città d Asti, questa notizia potrebbe essere l'occasione per una rinascita.
Il monumento alla memoria di un tempo che non c'è più
Ovviamente il nuovo corso non sarà uguale al vecchio, con quell'immagine, ancora molto provinciale, di un magazzino dove si poteva trovare tutto: oggi i tempi sono profondamente cambiati, e l'idea di una riproposizione di un esercizio commerciale sulla falsariga del vecchio Upim (che nel frattempo ha aperto un negozio del brand al centro commerciale Il Borgo) è per molti versi improponibile.
Sono ancora pochi i dettagli dell'enorme struttura, circa 6.000 metri quadrati: all'interno ci saranno diversi spazi tra cui un ristorante, una palestra, uffici e alloggi per studenti fuori sede.
L’Upim è stato inaugurato nel 1965 e poi chiuso nel 2005: per generazioni di astigiani, e per molti che arrivavano dai paesi, ha rappresentato un simbolo della modernità e di un benessere che al tempo si credeva inesauribile. Celebre la scala mobile, per molto tempo l'unica in città, diventata quasi un'attrazione a sé stante. Si guardava con gli occhi sgranati i tre piani che spaziavano dall'abbigliamento, ai giocattoli, all'arredo della casa.
Oggi, nel fast fashion globale a portata di clic, quelle immagini sembrano come le foto sbiadite di una vita fa, uscite da un vecchio comò.