Storie di Orgoglio Astigiano - 17 febbraio 2024, 13:00

Storie di Orgoglio Astigiano. Marina, anima dell'Asintrekking con la figlia Gaia: "Ero un consulente assicurativo. Mollai tutto per dedicarmi agli animali, a questa terra"

A Quarto, dal 2010 c'è un'isola felice in cui fare esperienze immersive outdoor con asini e cavalli, alla (ri)scoperta di se stessi. "Asti? È casa nostra, ma abbiamo dovuto fare grandissimi sacrifici"

Marina, Margherita e Gaia

Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone Dammi un bacio jà, di Leo Gassmann, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify

 

Una giornata uggiosa. Per i meteoropatici come me significa una cosa sola: alzarsi con la luna storta, anche se non è ancora successo nulla. Quella mattina, però, c'era qualcosa di diverso. Dovevo andare a Quarto, a conoscere la realtà dell'Asintrekking Asd. Smossa da quella curiosità quasi infantile, mi vesto e vado all'appuntamento. 

Davanti a me Marina Ferrero e Gaia Stecca, mamma e figlia, 59 e 32 anni, con un sorriso contagioso. Penso che forse questa giornata cupa non è poi così male.

Marina, Gaia, mi raccontate un po' come è nata questa splendida realtà? Mi sento proprio a casa

Tutto parte nel 2010, grazie a un'asinella speciale: Margherita. Avevamo già dei cavalli, ma per conto nostro, per una passione di famiglia. Siamo partiti con l'essere un classico maneggio, ma ci siamo strutturati diversamente. Un giorno abbiamo adottato Margherita. Volevamo fare trekking someggiati, andare nei boschi con l’asina. Margherita è venuta con noi lasciando un posto difficile. La sorpresa, però, è che fosse gravida, ma lo abbiamo scoperto dopo. Margherita dà alla luce Napoleone (che tutto ha, meno il carattere del personaggio di cui porta il nome, ridono ndr) e con loro abbiamo iniziato il trekking someggiato. Diciamo sempre che Margherita ha fondato l'Asintrekking con noi.

Margherita arrivava da un contesto complesso, come tanti animali che avete accolto, giusto?

Sì, ne abbiamo recuperati tanti da situazioni di abbandono o comunque complesse, asini soprattutto. Ne abbiamo salvati tanti e collocati anche in alcune famiglie. Asintrekking si prende cura degli animali fino al fine vita. Abbiamo accompagnato anche un cavallo cieco e anziano, non abbandoniamo mai nessuno di loro per nessun motivo. E anzi. Quando mancano facciamo fare una targhetta apposita. Gli si taglia un ciuffo del crine e viene seppellito sotto un albero. Questo perché si dice che, se all'animale sulla terra si è voluto bene, arriverà in questa sorta di paradiso senza quel ciuffo. 

Cosa racconta il logo di Asintrekking?

Un po' tutto. Unisce il cavallo all'asino, animali che vengono messi alla stessa altezza e che raccontano, se vogliamo, le parti di ognuno di noi: l'umiltà e il lato più nobile e fiero.

Che rapporto avete con il territorio astigiano?

Per noi questa è una domanda complessa. Siamo alla settima generazione di astigiani doc nella nostra famiglia e questa è casa nostra, è la nostra terra, lo sentiamo molto forte questo valore, che ti fa anche fare bene le cose. Abbiamo dovuto fare grandissimi sacrifici per creare Asintrekking qui. Eravamo sole e avevamo anche tutti contro.

Con quali realtà collaborate principalmente, ad oggi?

Oggi Asintrekking è una realtà che attira tantissime persone da fuori, come da Milano, Torino, Genova e serviamo anche tutta la parte delle Langhe. Contiamo un centinaio di soci tesserati. Ci dicono anche che siamo molto conosciuti e apprezzati nella zona di Francoforte. Collaboriamo inoltre con l’ufficio turistico di Neive e Monforte d’alba, ma non con quello di Asti. Nelle Langhe c'è proprio un'altra mentalità e i tempi sono molto più fluidi e veloci. Anche alcune scuole del territorio ci vengono a trovare, come la Baussano, Bim Bum Bimbo, il Centro Giochi e la Consolata. Ci hanno offerto di trasferire tutto in Toscana. Siamo rimaste qui perché questo è un posto molto inclusivo, questa è casa nostra. E oggi, a distanza di 14 anni, pensiamo che le difficoltà vissute ci abbiano aiutate ad andare avanti, a non mollare, a migliorarci ogni giorno di più. 

Asintrekking è un'associazione sportiva, di fatto, una Asd, ma aggiunge la parte di IAA. Mi spiegate meglio in cosa consiste?

Facciamo attività outdoor ma anche dal punto di vista di interventi assistiti con gli animali (IAA), di cui Gaia è referente nazionale, dopo aver fatto la specializzazione a Roma. Una sorta di pet therapy, ma fatta con altri animali.

Perché vi è venuta l'idea di aprire quest'isola felice? Cosa facevi prima, Marina?

Facevo il consulente assicurativo. Pensa che stavo benissimo. Non mi mancava nulla, ma il mio sogno era questo, c'era qualcosa che mi smuoveva dentro. Ed è stata poi Gaia a darmi la spinta definitiva, dicendomi che da grande avrebbe voluto fare qualcosa di bello con gli animali e con la terra. Volevo continuare a fare qualcosa insieme a lei, sono diventata mamma perché lo volevo tantissimo, io e lei abbiamo sempre avuto un rapporto splendido. Gaia è sempre stata legata alla terra, determinata ma dolce. Caratteristiche che oggi mette ogni giorno nel lavoro che fa. 

Quanto possono essere diverse le relazioni che si hanno nel contesto della natura?

Le relazioni che puoi avere con le persone in natura sono sempre quelle che ti collegano a ciò che sei veramente, a livello energetico. Ci si riconnette con se stessi. Sono relazioni sane. La natura ti porta a questo, a esprimere colori e creatività. La terra ci attira, ci attirano le radici, soprattutto nel momento di difficoltà. L'unione tra noi due ha fatto scattare le scintille e, soprattutto, abbiamo avuto il coraggio di metterci in gioco, sempre, nonostante i rischi d’impresa. Che nel caso di questo progetto sono stati davvero tantissimi e pesantissimi. 

Quanti animali avete?

14 asini, 9 cavalli, 7 pony, 5 caprette, 10 cani, 4 galline e 2 gatti. Non è semplice come magari si può pensare portare avanti questa realtà, perché si ha a che fare quotidianamente con creature che hanno i loro bisogni, che magari si ammalano. Serve molta responsabilità, soprattutto perché gli animali, per aiutare al meglio le persone con cui si relazionano, hanno bisogno di essere per primi in salute e in equilibrio. 

Il target a cui vi rivolgete?

Tutti, è un target davvero vasto. Iniziando dai bimbi piccolissimi, anche prima dei due anni. Adolescenti che qui possono fare alternanza scuola-lavoro, ragazzini in comunità, adulti e attività di team building, persone con disabilità, anziani che andiamo a trovare con i nostri animali nelle case di riposo... Nel caso degli adolescenti, ad esempio, le attività fatte qui hanno anche l'obiettivo di eliminare situazioni di bullismo, staccarli dal cellulare e permettere loro di riconnettersi con le proprie emozioni. Gli animali aiutano le persone su più fronti. Ad esempio, il cavallo percepisce il tuo inconscio, è uno specchio, è molto reattivo. È un animale che porta a metterci a nudo. Nel caso specifico della donna, la aiuta a mettersi in relazione con se stessa. L’attività con l’animale serve a risvegliare il nostro femminile e a prendere coscienza, a farci fare le scelte che ci fanno stare bene.

Essere significa essere percepiti?

È incredibile conoscere e approfondire la valenza umana, esistenziale, filosofica dell'attività di Asintrekking. Stupefacente pensare che l'incontro tra individuo e animale possa funzionare persino da specchio della nostra intimità. È proprio vero che essere significa essere percepiti e che ci possiamo conoscere un po' di più grazie all'altro. In questo caso l'altro elemento è un cavallo o un asino, animali che ci dicono qualcosa di noi, che ci fanno vedere altri mondi grazie a una relazione speciale, animica e ancestrale, immersi nella natura. Trovare una realtà che dia così importanza alla sfera interiore e la declini in questo modo è davvero motivo di orgoglio. 

Quanto è importante secondo voi poter fare sinergia tra realtà?

Fondamentale. Collaboriamo con tantissime personalità. Facendolo rendi più forte il territorio. Ognuno si specializza nel suo e lo fa bene, si crea una rete e si dà un prodotto finito eccellente, creando un indotto sul territorio in cui ognuno mette il suo pezzo e si genera introito. Serve dare respiro alle proprie terre, non pensando sempre e solo al proprio orticello.

E l'Astigiano cosa fa?

L’Astigiano è chiuso, anche emotivamente. E spesso si parte già prevenuti. Se si inizia così non usciamo dal loop. Se vogliamo cambiare il sistema dobbiamo iniziare da qualche parte. C’è un po’ di rassegnazione, però va superata, facendo rete. Insegnare le cose richiede pazienza.

Quali sono le prossime attività?

Faremo corsi di yoga, di uncinetto, ma nel nostro contesto speciale. Dal 1 marzo, inoltre, insieme alla Libreria Alberi d'Acqua organizzeremo letture in mezzo agli animali. Letture tematiche, scelte di volta in volta da una pedagogista, per i bambini, messe in pratica tramite il contatto vivo con l'animale, per stimolare l'ascolto attivo.

Siete un fiume in piena... Siete creativamente folli. È questo il segreto?

La creatività esplosiva è quella cosa che quando la metti nella tua attività ti porta molto più in là degli altri, ti fa emergere, ti rende bello. Questo vale per tutte le sfere. Anche per chi lavora in ufficio, per esempio. Ci si può anche esprimere diversamente e completare entrambe le parti, compresa quella estrosa. Ci si sente meglio, si migliora.

 

E pensare che era partito tutto da una giornata uggiosa...

Il saluto ai lettori, con Margherita! 


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Orgoglio Astigiano è un progetto che vuole portare alla luce storie di vita e di talenti del territorio, che trova il suo spazio nella rubrica settimanale “Storie di Orgoglio Astigiano”, a cura della giornalista Elisabetta Testa.

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