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Attualità | 13 febbraio 2024, 11:13

Peste suina africana: nell'Astigiano si allarga la zona rossa e arrivano nuove celle frigo per le carcasse

Si rafforza la sorveglianza mediante la ricerca attiva delle carcasse. Nella zona di contenimento 1 ci sarà il riconoscimento del contributo di 90 euro per ogni femmina di cinghiale abbattuta

Peste suina africana: nell'Astigiano si allarga la zona rossa e arrivano nuove celle frigo per le carcasse

Si è fatto il punto sulla propagazione della peste suina africana sul nostro territorio, la scorsa settimana, in una riunione in Provincia a cui hanno preso parte diversi sindaci, l'Asl, esponenti della Regione e il commissario straordinario per l'emergenza Giorgio Sapino.

La riunione ha stabilito un allargamento delle zone di restrizione I e II in provincia di Asti, con regole leggermente diverse tra le due aree.

La zona 1 ora è parte da Coazzolo per attraversare in diagonale il territorio della provincia fino a Refrancore, mentre tutto il territorio sotto le valli Belbo e Bormida si trova in zona 2.

"Abbiamo coinvolto tutti i comuni del sud astigiano che attualmente si trovano in zona rossa per la presenza di una popolazione di cinghiali affetti da questa malattia, individuati nel comune di Mombaruzzo- afferma il consigliere provinciale Davide Migliasso - abbiamo dato una serie di prescrizioni su come dare puntuale comunicazione per segnalare presunti animali affetti".

Sono state ripristinate anche due celle frigorifere per depositare le carcasse degli animali abbattuti, che saranno presenti nei comuni di Cessole ed Incisa Scapaccino.

"Infine - conclude Migliasso - sono state spiegate le nuove modalità di gestione degli animali abbattuti da parte delle squadre di vigilanza ambientale e dai cacciatori".

La raccomandazione è quella di rafforzare la sorveglianza in particolare mediante la ricerca attiva delle carcasse. Nella zona di contenimento 1 ci sarà il riconoscimento del contributo di 90 euro per ogni femmina abbattuta, mentre nella zona 2 il contributo 30 euro per capo abbattuto.

Nella zona di restrizione 2, bisogna poi segnalare immediatamente all'Asl gli esemplari di suini selvatici morti o moribondi, astenendosi dal toccare, manipolare o spostare l’animale.

Tra Liguria e Piemonte i capi positivi sono ora 1.298, venti in più rispetto all’aggiornamento precedente, per dodici casi segnalati in Liguria dove il totale cresce a 704; per otto in Piemonte dove i casi identificati salgono a 594.

Gli otto nuovi casi piemontesi sono stati accertati in provincia di Alessandria: uno a Bergamasco (primo caso), due a Cassano Spinola (sette), uno a Fabbrica Curone (otto), uno a Morsasco (nove), uno a Rocca Grimalda (diciassette), uno a Sant’Agata Fossili (dieci), uno a Tortona (tre).

Con il caso di Bergamasco salgono a 133 i Comuni in cui è stata osservata almeno una positività alla Peste Suina Africana.

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Alessandro Franco

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