Una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha fatto chiarezza sulla questione della monetizzazione delle ferie non fruite da parte dei dipendenti pubblici. La Corte ha stabilito che il divieto di monetizzare le ferie non fruite non può essere motivato solo da ragioni di contenimento della spesa pubblica, e che il lavoratore pubblico ha diritto all’indennizzo se non ha potuto godere delle ferie per cause indipendenti dalla sua volontà.
La sentenza segue un orientamento già consolidato dalla giurisprudenza nazionale e costituzionale, ma ha una portata più ampia, in quanto vincola tutti gli Stati membri dell’Unione Europea. L’unico caso in cui il lavoratore pubblico non può monetizzare le ferie è quello in cui ha deliberatamente rinunciato a fruirle, nonostante il datore di lavoro lo abbia esortato a farlo, informandolo delle conseguenze.
La CISL Funzione Pubblica, che da tempo si batte per il riconoscimento del diritto alle ferie dei dipendenti pubblici, ha accolto con favore la sentenza e ha invitato i propri associati a presentare al proprio Ente una richiesta di ferie e/o un piano di smaltimento delle ferie arretrate, che in alcuni casi raggiungono diverse decine di giorni.
Allo stesso tempo, ha chiesto alle Amministrazioni Locali di valutare con attenzione tali richieste e di adottare ogni possibile strumento per la sostituzione dei dipendenti, in modo da consentire loro la fruizione del diritto alle ferie, garantito dall’art.36 della Costituzione, e da evitare situazioni problematiche in futuro.