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Cultura e tempo libero | 09 gennaio 2024, 08:31

Dopo il botta e risposta mediatico, per 'I dialoghi della vagina' si aprono le porte dell'Alfieri

Lo spettacolo, finito al centro di una polemica per la presunta mancata concessione del teatro astigiano, verrà portato in scena il primo marzo

Dopo il botta e risposta mediatico, per 'I dialoghi della vagina' si aprono le porte dell'Alfieri

Lo spettacolo “I dialoghi della vagina”, che nel novembre scorso era finito al centro dell’attenzione mediatica per il presunto diniego alla richiesta di concessione del Teatro Alfieri avanzata dall’associazione “Torino Città per le donne” (presieduta dall'ex assessore regionale alla Cultura Antonella Parigi), che lo produce e promuove insieme a “Teatro al Femminile”, verrà portato in scena il primo marzo.

Lo si apprende da un post social pubblicato sulla pagina dell'attivista LGBTQIA+ Patrizio Onori in cui sono riportate, su indicazione dell'associazione promotrice, tutti gli estremi per poter acquistare i biglietti, al costo di 23 euro per platea, barcacce e palchi e 18 euro per il loggione (CLICCA QUI per leggerlo).

In apertura di post, Onori gioisce sottolineando che “Il ‘casino’ che abbia sollevato ha funzionato ed il 01/03 lo spettacolo sarà ad Asti!”, con riferimento, appunto, all’esposizione mediatica avuta dall'iniziale mancata concessione del teatro astigiano, di cui l'associazione aveva richiesto l’affitto dal pomeriggio alla tarda sera di una giornata libera a partire dal 12 gennaio.

LA POLEMICA MEDIATICA

Una decisione che aveva destato molte perplessità alla Parigi, che si era pubblicamente chiesta perché mai il Comune di Asti avesse rifiutato la concessione di uno spazio che “dovrebbe essere di pubblico utilizzo”. Forse al Comune di Asti, lo stesso Comune che nel 2022 aveva negato il patrocinio al Pride, non piace la parola Vagina?, si era chiesta polemicamente l’ex assessore della giunta regionale Chiamparino.

Maliziosa ipotesi rispedita al mittente dall’assessore comunale alla Cultura Paride Candelaresi che, negando alcuna volontà di censurare lo spettacolo, aveva rimarcato “il piacere personale di presenziare personalmente”. “Qui, noi, ragioniamo con la testa sulle spalle e i piedi saldi a terra: non ci facciamo di certo turbare dal titolo dell’opera, figuriamoci!”, aveva aggiunto. Sottolineando che questo teatro e questa città sono aperti ad abbracciare ogni idea, colore e forma di espressione”.

Cogliendo però anche l’occasione per evidenziare, con riferimento alla insistenza dell’associazione organizzatrice e all’eco mediatico conseguente, che “la parola vagina non è sconveniente, tutt’altro, ma lo è l’arroganza d’imporsi a tutti i costi, unita alla pretesa che a una proposta si debba dire sì. In quel caso, si tratterebbe non di una proposta ma, appunto, di un’imposizione”.

UNA COMMEDIA CHE MIRA AD ABBATTERE I TABU' DI GENERE

Lo spettacolo in questione, che ora gli astigiani avranno occasione di valutare direttamente è una commedia – scritta e diretta dalla drammaturga Virginiaa Risso, che ne è anche protagonista insieme a Gaia Contraffatto – che si rifà solo nominalmente al celebre ‘I monologhi della vagina’.

“L’interazione con il pubblico – sostengono le responsabili della produzione – abbatte non solo la quarta parete, ma anche tabù e luoghi comuni legati all’universo femminile. L’irresistibile capacità delle attrici di raccontare e raccontarsi, regala allo spettatore una performance esilarante e molti spunti di riflessione”. A fare da sfondo, le opere della pittrice russa Elena Romanovskaya.

Redazione


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