Oggi pomeriggio circa 300 persone hanno partecipato alla marcia antifascista organizzata dal Coordinamento Asti Est a seguito dell’imbrattamento della loro sede con scritte e simboli inneggianti al fascismo e al nazismo.
L’iniziativa – cui hanno aderito numerose associazioni ed enti, dalla Cgil alla sezione provinciale dell’Anpi – ha visto il corteo snodarsi da via Monti, dove ha sede il Coordinamento, fino al centro cittadino con arrivo in piazza Alfieri.
Dove si sono susseguiti diversi interventi, tutti connotati dalla comune condanna dell’accaduto e dalla messa in guardia nei confronti del pericolo che l’ideologia fascista, anche ritenendosi ‘legittimata’ dall’attuale governo cui non sono state lesinate pesanti critiche, possa riprendere quota.
E’ stata ribadita la necessità di “essere sempre pronti a far conoscere gli ideali antifascisti per evitare che possa ritornare”. Perché, come ha affermato Samuele Gullino, presidente del Coordinamento Asti Est: “Ci sono molti motivi per considerarsi antifascisti, per spiegare che cos’è il fascismo e perché riteniamo di essere ormai sull’orlo di un baratro”.
Particolarmente netti i toni dell’intervento dell’avvocato Guido Cardello, vice presidente della sezione astigiana dell’Anpi: “Non è possibile che possa aprire una sede di Forza Nuova e arrivare Casa Pound. Non è possibile che la polizia in assetto antisommossa carichi gli antifascisti. La nostra Costituzione è antifascista, per quanto la seconda carica dello Stato (il presidente del Senato Ignazio La Russa, ndr.) non lo riconosca. E chi non lo riconosce è fascista”.
Concetti che il legale ha ribadito poco dopo nella video intervista che ci ha rilasciato, che potete vedere integralmente di seguito, in cui tra l’altro – ricordando suo padre, medico e partigiano – ha paragonato il fascismo a un virus: “Abbiamo combattuto il Covid – ha detto – dobbiamo fare lo stesso con il fascismo”. Auspicando che lo si possa fare sempre nell'ambito delle manifestazioni democratiche di dissenso.