Attualità - 25 novembre 2023, 08:34

No alla violenza sulle donne, no alle mafie: la storia di Lea Garofalo

Riceviamo e pubblichiamo il ricordo, a firma Libera Asti, della giovane vittima di mafia, uccisa nel 2009

Lea Garofalo (immagine tratta dal sito di Libera)

Oggi 25 novembre molti Comuni della Provincia di Asti che hanno aderito alla manifestazione, su invito ed iniziativa dell'Associazione Futura di Nizza Monferrato e delle Donne Democratiche di Asti, esporranno dal balcone del proprio municipio uno striscione con evidenziato il nome del Comune stesso accompagnato dalla scritta "... è contro la violenza sulle donne". 

Quattordici anni fa come ieri, il 24 Novembre 2009, veniva assassinata a Milano Lea Garofalo, testimone di giustizia e vittima del suo ex compagno.

Mentre alcuni politici e rappresentanti delle istituzioni cittadine all'epoca negavano la presenza delle mafie nel capoluogo lombardo, una giovane donna diceva di no alla 'Ndrangheta, affermando la sua libertà di donna e di madre contro la prevaricatrice piovra mafiosa.

Lea aveva scelto di voltare le spalle alla violenza mafiosa della ‘ndrangheta.

Aveva deciso di rompere l’omertà anche contro la propria famiglia.

Lea venne uccisa perché aveva scelto di non rimanere in silenzio, di non rimanere indifferente. E di lottare per dare un futuro migliore alla propria figlia Denise.

Lea fu uccisa perché era una donna.

Una donna che aveva rifiutato il modello criminale che le era stato imposto. 

Questa sua libertà di rifarsi una vita, di essere una donna lontana dal contesto mafioso non le fu perdonata dalla ‘Ndrangheta. 

Ecco: questa è la spregiudicata e criminale subcultura mafiosa che agli affari illeciti affianca violenza, prevaricazione, intimidazione, maschilismo, metodi patriarcali e liberticidi.

Nell'ultimo decennio vi sono donne che si ribellano sempre di più  al meccanismo socioculturale e criminale delle mafie.  Pagandone a volte un prezzo altissimo.

Non dobbiamo dimenticarle: l’unica cosa che possiamo fare per onorare la memoria di Lea Garofalo e di tutte le altre, è combattere la paura e l’omertà, proteggere chi sceglie di denunciare. Coltivare la legalità, coltivare la libertà. Assumendo la consapevolezza che dire NO alla violenza sulle donne, significa anche dire NO alle mafie e alla mentalità mafiosa.

Gionata Borin - Libera Asti

Al direttore