Venerdì 17 novembre sarà sciopero con iniziative di protesta in tutte le regioni italiane, anche in Piemonte, a Torino in Piazza Castello a partire dalle 10, da parte (anche) degli infermieri.
Al centro della protesta, principalmente, i tagli alle pensioni e le mancate risorse per i salari degli infermieri.
"Senza infermieri i servizi chiudono"
"In Piemonte - scrive il Nursind, sindacato degli infermieri - ci sono circa 350 infermieri nelle graduatorie della città metropolitana di Torino che tardano ad essere svuotate e, a breve, uscirà un bando di 226 infermieri suddiviso per le 18 aziende. Ammesso di riuscire ad assumere tutti gli oltre 500 infermieri (sarà argomento del prossimo incontro dell’osservatorio regionale) questo servirebbe solamente a compensare le uscite dell’anno, ma su questo, nutriamo ancora qualche dubbio e aspettiamo di vedere i fatti. In Piemonte prevediamo un’alta adesione visti i temi al centro della protesta. Senza infermieri i servizi chiudono e la riorganizzazione territoriale non potrà realizzarsi".
All'Astigiano arriveranno una decina di nuovi infermieri. "Non basteranno - rimarca il segretario territoriale NurSind Gabriele Montana - ma si spera che verrà redatta la graduatoria per Asti con un numero più congruo per supportare il bisogno infermieristico".
In questi giorni il Nursind ha anche inviato alla direzione generale Asl At di valutare al più presto la messa in atto dell'istituto delle prestazioni aggiuntive per assicurare il mantenimento degli standard qualitativi assistenziali e scongiurare la chiusura di posti letto.
"Chiediamo scusa per i disagi ma..."
Saranno in tanti gli infermieri a partire da Asti in direzione Torino, venerdì prossimo dalle 10 in piazza Castello. "Come segreteria territoriale di Asti - continua Montana - ci stiamo organizzando con trasporti privati (visto il coincidente sciopero ferroviario e dei trasporti che causerà criticità) per raggiungere Torino in massa e manifestare. Chiediamo scusa anticipatamente a tutti gli utenti ed i pazienti per i disservizi che si andranno a creare in questa giornata ma è il momento in cui non è più possibile rimandare, dobbiamo manifestare il nostro dissenso in piazza e farlo a gran voce anche per ogni cittadino che ne ha diritto. Stiamo rischiando di perdere il servizio sanitario nazionale e questo non è solo qualcosa che va a discapito di noi lavoratori, ma di tutta l’utenza, per questo chiediamo supporto e vicinanza".
La giornata di sciopero creerà diversi disagi dal trasporto alla sanità, appunto ma, continua il segretario Nursind "La sanità pubblica è di tutti, ma i disagi potrebbero essere uno scenario di quello che avverrà giornalmente se le cose non cambieranno presto”.
Prima 'eroi', poi?
Il Nursind nella nota stampa rimarcano ancora "Una sforbiciata su coloro che sono stati riempiti di riconoscimenti e false promesse, ritenuti probabilmente facili bersagli sui quali infierire ancora. Ora non si tratta solo di protestare per avere di più, ma per non permettere che ci privino del poco che abbiamo acquisito con sacrifici di una vita e senza, tra l’altro, destinare risorse al rinnovo dei contratti, infierendo sul nostro presente oltre che sul nostro passato e oggi, anche sul nostro futuro. Dobbiamo fermare e pretendere di modificare una manovra e una legge di bilancio irricevibile chiedendo altresì che vengano riconosciute risorse che ad oggi non ci sono.
"Una visione miope da parte del Governo che punta agli infermieri stranieri, mentre decine di migliaia dei nostri scappano dall’Italia - ricorda il sindacato -. Punta sugli straordinari e su prestazioni aggiuntive (sui quali già si mantiene a fatica il sistema) che non serviranno a dare risposte strutturali perché più nessuno vuole lavorare ancora di più, per giunta in condizioni non adeguate. Nella nostra Regione, ad esempio, ci sono milioni di ore di straordinario e decine di migliaia di ferie arretrate. Ma la situazione è destinata a peggiorare tenuto conto del calo del 10% delle iscrizioni al corso di laurea in infermieristica e le numerose uscite per il raggiungimento dei limiti di età che saranno anticipate se non si interviene.
Ma un altro nodo da sciogliere saranno i numerosi licenziamenti volontari. "Solo in Piemonte un infermiere al giorno rassegna le proprie dimissioni per andare a fare altro nella vita, evidentemente non basta come campanello di allarme".