È passato più di un mese da quando gli studenti sono tornati in classe, ma continua la discussione sulla qualità del trasporto pubblico locale, messa in luce dalle criticità riscontrate dai pendolari della tratta Canelli-Alba.
L’Assessore Regionale ai Trasporti Marco Gabusi, dopo la lettera del genitore di uno studente alla nostra redazione, aveva risposto rapidamente, ottenendo la sigla di un nuovo accordo con l’Azienda Gelosobus per garantire l’impiego di quattro bus dalla partenza di Canelli al capolinea di Alba.
Pronta la replica del Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile e del Comitato Strade Ferrate Nizza Monferrato, che invita a non nascondersi dietro a mille giustificazioni o motivazioni pretestuose, e a prendere atto che "la soluzione ideale per risolvere quanto lamentato è la riattivazione della linea ferroviaria Nizza Monferrato-Canelli-Castagnole delle Lanze-Alba". Un’infrastruttura già rimessa in esercizio dalla Fondazione FS per i treni turistici e che potrebbe essere, in breve tempo e con pochi interventi migliorativi, utilizzata anche per i treni pendolari.
"Riteniamo inadeguata e insufficiente la soluzione ideata dall’Assessore Gabusi, perché immaginiamo che l’aumento di un bus su una linea così intensamente frequentata non porterà stabili miglioramenti per gli studenti, e denota in ogni caso una carente programmazione a monte. Invece un treno, modello Minuetto, offrirebbe fino a 300 posti e garantirebbe la sicurezza del viaggio, assicurando tempi più brevi di percorrenza. Laddove con i bus i tempi si dilatano".
"In merito ai costi del ripristino del servizio ferroviario – specifica Fulvio Bellora, presidente del CoMIS – occorre fare una distinzione. Quando parliamo di lavori infrastrutturali, di manutenzione e di eventi straordinari sull’infrastruttura, i costi sono di competenza di Rete Ferroviaria Italiana, quindi dello Stato, e non ricadono sulla Regione. Quando invece si parla di finanziare il servizio ferroviario, entra in gioco l’Agenzia per la Mobilità Regionale: attraverso l’elaborazione di un progetto dettagliato di trasporto locale, possono essere richieste le coperture necessarie a realizzarlo al Fondo Nazionale Trasporti del Ministero, come è già stato fatto da molte altre Regioni che hanno deciso di investire e rinnovare la mobilità territoriale. E, con effetto a cascata, muoversi per ridurre le emissioni inquinanti nell’aria come prescritto nei piani europei e nazionali di ripresa post pandemica".
Ma, chiedo a Bellora, come si esce da questo coacervo di aziende locali private e di tratte ferroviarie frammentate e scollegate?
"Una possibilità che proponiamo sempre è quella di avere una bigliettazione unica regionale: la soluzione ideale per evitare di spezzettare i percorsi di mobilità. L’abbonamento integrato bus/treno è più conveniente del solo bus e, se studiato bene come per l’Asti-Alba, è un enorme beneficio per gli utenti, che possono fare un abbonamento solo e circolare su treni e bus indistintamente, senza pagare due volte".
"Le realtà private del trasporto locale sono però tante e diverse. Regione Piemonte potrebbe coordinarle, tramite l’Agenzia per la Mobilità, e trovare un compromesso, una mediazione accettabile per mettere insieme tutte le società presenti sul territorio. Va detto inoltre che la maggior parte di queste non fornisce i dati di utilizzo del servizio da parte degli utenti, rendendo difficile fare un conteggio dei volumi raggiunti".
"Agire per una mobilità finalmente integrata – continua Bellora – è un grande sforzo che chiediamo all’Assessore Gabusi, ce ne rendiamo conto. Rendere più facile la bigliettazione e permettere una più fluida circolazione delle persone assicurerebbe però un ritorno maggiore, sia di biglietti che di abbonamenti. Per fidelizzare gli utenti, la possibilità di viaggiare liberamente dovrebbe poi essere garantita in tutti i giorni della settimana, con un numero di corse ragionevole anche nel weekend".
C’è poi la grande richiesta di mobilità integrata da parte delle persone che qui vengono per turismo, dopo il riconoscimento come Patrimonio Unesco nel 2014.
"È una fetta di fruitori molto importante, che prima non c’era. I turisti che arrivano dall’estero hanno spesso una coscienza ecologica più sviluppata della nostra, e per loro la possibilità di usare il treno è un plus importante e prioritario. Ma è un obiettivo a cui, sappiamo bene, non si può arrivare in pochi mesi. Occorre piuttosto una programmazione di medio-lungo termine che miri a ridurre il numero delle auto in circolazione e così l’emissione di gas inquinanti, e che incentivi i cittadini a scegliere mezzi più sostenibili e sicuri per spostarsi quotidianamente. Servirà un investimento congruo nel primo periodo, ma che garantirà un ritorno maggiore e un buon successo, come stiamo vedendo oggi sulla rediviva tratta Asti-Alba".
Dopo dieci anni senza treno ci siamo abituati a prendere la macchina. Come combattere questa pigrizia?
"Prendere il treno è un’abitudine che va rispolverata, serve un po’ di allenamento dopo un lungo periodo in cui per necessità ci si è spostati con mezzi privati. Ma se si garantisce regolarità e affidabilità al servizio ferroviario, i cittadini non tarderanno a sceglierlo di nuovo perché più veloce, più comodo, più green. E per il collegamento della stazione con i paesi più piccoli e per chi vive fuori dal centro, si possono studiare tratte dei bus più brevi e capillari". Perché un trasporto locale sano, funzionante, rende più sano anche il territorio in cui si snoda.
Quali iniziative avvierete come Coordinamento per la Mobilità Integrata e Sostenibile?
"Nelle prossime settimane puntiamo a organizzare incontri nell’astigiano e nell’albese con i pendolari, gli studenti e chiunque usufruisca del servizio, per informare, dialogare, ascoltare le esigenze e capire come fare massa critica in modo da sottoporre piani di trasporto integrato all’Agenzia della Mobilità e a RFI.
E, come sempre, siamo disponibili al dialogo e alla collaborazione con tutti gli attori coinvolti, per rendere più agevole la vita ed il lavoro delle persone, a beneficio di tutta la comunità".