Da quando è cominciato l’anno scolastico, sulla tratta Canelli/Alba – servita da pullman di linea affollati di studenti negli orari di punta – si verificano quasi quotidianamente ritardi e disservizi di vario tipo. Solo ieri pubblicavamo la lettera di un’utente che ne denunciava le criticità.
Abbiamo parlato con l’assessore Regionale ai Trasporti Marco Gabusi, provando a capire modi e tempi per risolvere il problema dei posti a sedere che mancano, e delle frequenti deviazioni di percorso.
“Conosco bene la questione e ho provato a immaginare da subito una serie di soluzioni, in accordo con l’agenzia per la mobilità, con l’azienda Gelosobus e con Trenitalia. Non abbiamo preso a cuor leggero questa situazione lasciando cadere le critiche, ma ci siamo mossi subito per correggere le cose. Purtroppo, il trasporto pubblico locale è un meccanismo complicato.”
Parlando con i genitori, annota l’assessore, è emerso come principale disagio la mancanza di posti a sedere per tutti, con molto ragazzi obbligati a restare in piedi. Questo costringe gli autisti a transitare dalla provinciale e non dall’autostrada, vietata con passeggeri in piedi, pregiudicando fortemente i tempi di viaggio e accumulando sensibile ritardo.
“Il problema – spiega Gabusi, già sindaco di Canelli e ex presidente della provincia di Asti – non è tanto di risorse economiche, quanto di risorse umane. Semplicemente i pullman e gli autisti alle 8 del mattino non ci sono. Ne mancano 14 mila in tutta Italia: fra qualche anno, se non invertiremo la rotta, non avremo più autisti. Volendo spiegare il perché, buona parte del problema deriva dal fatto che fino a 24 anni non si può guidare un pullman di linea, a fronte di uno stipendio medio non competitivo, se paragonato a quelli delle aziende nel nostro territorio.”
Nel tardo pomeriggio di ieri, però, si è giunti in breve tempo a siglare un accordo con Gelosobus, al fine di mitigare il problema. Ad oggi i bus presenti sulla tratta verso Alba sono 4: uno con capolinea Nizza Monferrato, l’altro in partenza da Canelli, un altro da Cossano Belbo e uno da Costigliole d’Asti. Di questi, solo 3 proseguono per Alba, mentre uno si ferma a Neive.
Ma, annuncia Gabusi, “da domani, giovedì 12 ottobre, siamo riusciti a ottenere che anche il quarto bus possa arrivare ad Alba, in modo da riequilibrare la distribuzione degli studenti sui mezzi, e permettere quindi un viaggio più agevole.”
E per chi chiede di tornare ad avere il treno? Secondo l’assessore Regionale i costi sarebbero fino a 7/8 volte superiori rispetto ai pullman, a cui aggiungere i costi di mantenimento della linea e i disservizi collaterali che ne deriverebbero. Due numeri per far capire l’entità economica del problema: a fronte di una spesa di 3 milioni e mezzo per il servizio ferroviario, i bus di linea ci costano mediamente 500 mila euro.
Alla luce di questi dati, Gabusi apre una riflessione, ponendo un interrogativo: “Se si riattivassero le stazioni del nostro territorio, che sono tutte nel fondovalle, verrebbe a mancare il collegamento pubblico per raggiungere le stazioni dai paesi circostanti, piccoli o medi che siano. Siamo disposti ad andare in stazione a piedi o con mezzi privati, spostandoci anche di alcuni km, e a rivedere passaggi a livello chiusi a cui aspettare il transito di treni, nel migliore dei casi, semi vuoti?”