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Sanità | 05 ottobre 2023, 19:37

Infermieri, professione o missione? La presidente dell'Ordine infermieri di Asti risponde al Nursind

La polemica dopo le affermazioni durante l'apertura anno accademico. "Perché la professionalità deve essere incompatibile con la vocazione?"

Infermieri, professione o missione? La presidente dell'Ordine infermieri di Asti risponde al Nursind

Dopo l'apertura dell'Anno accademico per la facoltà di Infermieristica ad Asti (QUI l'articolo), il sindacato Nursind aveva replicato (QUI l'articolo) ad alcune affermazioni sulla missione, o meno, del lavoro infermieristico.

Con una nota, la presidente dell'Ordine delle professioni infermieristiche, Stefania Calcari, ha voluto replicare con una nota che pubblichiamo interamente.

Con riferimento all’articolo pubblicato il 5 ottobre scorso dal titolo ‘Professionisti sì, missionari no”, si ritiene di dover precisare quanto segue.

Nell’articolo il segretario territoriale del sindacato Nursind, sostiene che l’attività infermieristica è una professione e non una missione, in polemica con le affermazioni fatte all’apertura dell’anno accademico del Corso di Laurea in Infermieristica, che hanno evidenziato invece l’importanza dell’inclinazione negli studi e nella professione infermieristica.

Non si comprende perché la professionalità debba essere incompatibile con la ‘vocazione’ tanto da non doverne neppure parlare a chi intraprende oggi il corso di studi.

La sempre maggiore professionalità richiesta all’esercente una professione sanitaria non deve minimizzare l’importanza di una seria motivazione, che lo sorreggerà dal percorso di studio all’attività professionale, in cui dovrà spendere le proprie energie per le persone con cui viene a contatto, nella loro sfera fisica, psichica, emotiva e affettiva. Mi sento di affermare che non tutti sono portati a questa professione, come non lo sono a svolgere, ad esempio, quella di ingegnere o di avvocato. Questione di inclinazione appunto.

Il termine “vocazione”, dizionario (Treccani) alla mano, indica infatti “un’inclinazione naturale ad adottare e seguire un modo o una condizione di vita, a esercitare un’arte, una professione, a intraprendere lo studio di una disciplina”.

Il termine vocazione, impiegato nell’accogliere le matricole del Corso di Infermieristica, evoca forse il suo significato ecclesiastico, che non a caso si ricollega all’origine della nostra professione, inizialmente svolta da religiose. Questa storia professionale si è certo evoluta da allora e gli infermieri sono oggi professionisti intellettuali che, come tali, utilizzano anche la scrivania per progettare, sviluppare piani formativi, organizzativi e assistenziali (nel caso della sottoscritta, alla scrivania di Presidente dell’Ordine può sedersi solo dopo i turni presso l’Ospedale Cardinal Massaia). Anche quest’attività non è comunque da disprezzare (utilizzano la scrivania anche gli infermieri sindacalisti), perché è la complessità della professione e quindi la miglior tutela dei pazienti a richiederlo.

Il benvenuto che le autorità presenti (tra le quali non figurava il Segretario territoriale del sindacato Nursind) hanno voluto rivolgere ai neo iscritti al corso di Laurea in Infermieristica intendeva valorizzazione la professione e indicare il sostegno al percorso che gli studenti stavano intraprendendo.

Nelle parole di Marco Valera “Professione è cosa voglio fare nella mia vita, vocazione è cosa voglio fare della mia vita. Professione è il ruolo, il job title, determinate competenze, è il “come”. Vocazione è scopo, fine, interrogativo sul perché. Professione ha a che fare con parcelle, retribuzioni, orari, strumenti. Vocazione con domande e dimensioni più intime e profonde del nostro essere. La professione la selezioni, la scegli, la formi, la compri da candidati esterni. La vocazione la discerni, la segui come risposta ad una chiamata (ci viene in soccorso l’etimologia latina “vocare=chiamare”).” da “Purpose: tra professione e vocazione. Alcune riflessioni post pandemia”.

Non concordo quindi con il Dott. Montana, nel mettere al centro dell’attività infermieristica la sola professionalità per escludere l’inclinazione al suo esercizio: la professionalità ci deve essere, ma pone al centro il professionista, l’attitudine privilegia la persona assistita. E non è una differenza di poco conto. Personalmente, preferisco comunicare questo messaggio a chi si accosta alla nostra professione.

Stefania Calcari presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Asti

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