Non è neppure ancora partita, ma la raccolta verticale, sta già suscitando qualche polemica in politica. In questi giorni i cittadini della zona sud (QUI i dettagli), stanno ricevendo le istruzioni per la nuova raccolta, le tessere e il tag e a giorni saranno posizionati i nuovi cassonetti in isole ecologiche.
"Asti, dal 2004, appena iniziata la raccolta differenziata, non si schioda dal 65% di differenziazione dei rifiuti" - scrivono i consiglieri di Uniti si può, Vittoria Briccarello e Mauro Bosia con Mario Malandrone (Ambiente Asti).
Nel 2004 Asti tra i comuni più riciclatori
Un dato che nel 2004 faceva risultare Asti tra i primi comuni più riciclatori d'Italia, ma che, rimarcano "oggi vale il terzultimo posto fra i capoluogo di provincia del Piemonte con distanze siderali da chi ci precede poiché nel frattempo gli altri hanno fatto passi da gigante".
I consiglieri attaccano la nuova raccolta sostenendo che "mentre diversi comuni procedono col porta a porta spinto e puntuale, toccando quote di differenziazione di oltre 80%, i nostri amministratori scelgono la via del regresso. Fosse almeno conveniente, ma in questo regresso si investono 6 milioni di euro, alla faccia della diminuzione delle tariffe che avverrà forse e chissà quando".
Il primo incontro a San Fedele
Ieri sera a San Fedele si è tenuto il primo incontro con il presidente di Asp Imerito, l'assessore all'Ambiente Giacomini e il consigliere delegato coadiuvati da un’agenzia di comunicazione esterna, Achab, che hanno spiegato il nuovo sistema.
I consiglieri hanno riscontrato tra il pubblico presente, alcune perplessità.
Come verrà garantito il corretto conferimento?
"Come si può affermare che andremo verso una tariffazione puntuale se i cassonetti rilevano solo il numero degli accessi ma non sono in grado di valutare chi conferisce cosa e in quale misura? Come si garantirà che nei vari cassonetti vengano conferiti rifiuti corretti? Come si può sostenere che la qualità della differenziata aumenterà se i cittadini, prima vincolati al bidone condominiale o familiare, ora potranno conferire in qualsiasi bidone della città?", sottolineano dopo le domande dei presenti.
Il rischio che le isole ecologiche diventino discariche è stato fatto presente e, non è certo un mistero, l'odioso fenomeno degli abbandoni rifiuti.
I turisti non vedranno i sacchetti ma 600 isole con 5 bidoni l'una
"Come si fa a dire che ne gioverà la nostra vocazione turistica poiché ai turisti verrà risparmiata la sgradevole vista dei sacchetti esposti per qualche ora, mentre stanno per disseminare la città con circa 600 isole ecologiche da cinque bidoni l'una?"
La polemica aumenta di tono: "Potrebbe essere utile chiedere un parere proprio all’agenzia di comunicazione Achab, incaricata appositamente di far capire agli astigiani come dovranno gettare l’immondizia tramite affidamento diretto urgente da Asp nel dicembre 2022 per un compenso di 58.000 euro circa iva esclusa, che da anni collabora con la torinese Amiat da cui stiamo prendendo ispirazione. Bisognerebbe farsi raccontare, da loro che lo hanno comunicato ai torinesi, come le isole ecologiche che stiamo per installare abbiano creato vere e proprie discariche a cielo aperto in mezzo a Torino e di come il sindaco Lo Russo dapprima abbia fatto un braccio di ferro con Amiat, denuncia di a più riprese la sporcizia della città, quindi abbia deciso di svoltare con un sistema porta a porta. Asti, che col porta a porta era già ben avviata, grazie a questa Amministrazione e questa gestione di Asp, torna indietro".
Inoltre secondo i consiglieri con il nuovo modello non diminuiranno i costi in bolletta e la città non sarà più ordinata.
"Questo modello - concludono - viene introdotto esclusivamente per aumentare i guadagni di Comune e socio privato di Asp attraverso la diminuzione dei costi del personale e l’omologazione agli standard torinesi usufruendo della stessa piattaforma di forniture e servizi. A farne le spese i cittadini, l’ambiente, la qualità della raccolta differenziata e infine un certo numero di posti di lavoro sul territorio astigiano: gli operatori in esubero dal porta a porta, infatti, oggi saranno impiegati altrove, ma una volta pensionati non verranno sostituiti.