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Eventi | 28 settembre 2023, 09:13

Accoglienza attenta, alla Biblioteca di Asti, per la presentazione di "La guerra invisibile. Un viaggio sul fronte dell'odio contro i migranti"

Maurizio Pagliasotti ha raccontato il suo percorso di seimila chilometri fino al confine turco-iraniano. "Un inferno tra i viventi"

Maurizio Pagliasotti in biblioteca ad Asti con il pubblico

Pagliasotti e l'attento pubblico tra cui il vescovo monsignor Prastaro

Ieri sera, mercoledì 27 settembre, nell'ambito del Festival dei Popoli 2023, la Biblioteca Astense "Giorgio Faletti" ha accolto con entusiasmo la presentazione del libro "La guerra invisibile. Un viaggio sul fronte dell'odio contro i migranti" (Einaudi, 2023), scritto da Maurizio Pagliassotti, autore e giornalista con una vasta esperienza di collaborazione con importanti testate giornalistiche, tra cui "Diario", "Liberazione", "Il manifesto" e "Domani". Nel 2019, Pagliassotti ha pubblicato un notevole reportage intitolato "Ancora dodici chilometri. Migranti in fuga sulla rotta alpina" con Bollati Boringhieri.

La serata è stata aperta da Simona Franzino di Amnesty International Asti e ha visto l'autore Maurizio Pagliassotti intrattenere un dialogo coinvolgente con Oriella Bolla, rappresentante di Agedo Asti-Alba, e con Domenico Massano, che ha rappresentato la rete di associazioni astigiane Welcoming Asti.

Seimila chilometri per scrivere il libro

Il nuovo lavoro di Pagliassotti ha richiesto un impegno straordinario, in cui ha percorso, parte del tragitto a piedi, ben seimila chilometri, da dove inizia la rotta alpina italo-francese fino al confine turco-iraniano. Questo viaggio è stato un'esplorazione approfondita del fronte di guerra invisibile all'interno dell'Europa, ossia la battaglia contro i migranti. Questa guerra ha trasformato il migrante in un nemico e il fenomeno migratorio in un'incessante emergenza, invece di riconoscerlo come un fenomeno ormai intrinseco che dovrebbe essere compreso e accettato dai cittadini.

Pagliassotti ha sottolineato: "Un evento tragico come quello della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina ci ha dimostrato che l'Europa è stata in grado di accogliere circa otto milioni di profughi ucraini semplicemente smettendo di dipingerli come nemici. La rotta balcanica e quella mediterranea non hanno ricevuto la stessa attenzione, e i migranti sono stati spesso sconfitti e costretti a vivere nascosti in piccoli gruppi, sempre inseguiti. Questo atteggiamento di trasformare il migrante in nemico ha portato la frontiera a diventare un fronte di odio".

Le recenti decisioni normative del Governo italiano e le politiche dell'Unione Europea, orientate verso la creazione di grandi centri e campi isolati per concentrare i migranti in attesa di rimpatrio, simili a quanto avviene in Turchia e in Libia, hanno cancellato anni di esperienze positive di accoglienza e segnano la strategia di questa guerra silenziosa contro i migranti.

I volontari creano umanità

Le storie commoventi delle molte persone incontrate e raccontate nel libro sono descritte come "un inferno tra i viventi", ma vengono in parte lenite da alcuni "punti di paradiso" creati grazie all'impegno dei volontari, che cercano di costruire spazi di umanità in ambienti ostili per rendere l'esperienza migratoria meno dolorosa. Un esempio è il Social Cafè allestito da IPSIA (Istituto Pace Sviluppo Innovazione ACLI) nel campo di Bihac in Bosnia Erzegovina, dove i migranti possono ritrovare momenti di normalità giocando a scacchi o a ping pong.

Pagliassotti ha dichiarato: "Lo scrittore non ha molte armi, ma deve lottare per mantenere viva la parola, magari cercando di raggiungere fasce d'età che potrebbero non essere così interessate a leggere il libro." Da qui nasce l'idea di adattare il libro in un videogioco per renderlo attraente anche per i giovani.

Alla fine dell'evento, il pubblico presente ha chiesto a Pagliassotti con quale sensazione e stato d'animo sia tornato dal suo viaggio. Con commozione, ha risposto: "Sono partito con uno zaino di quindici chili che ho svuotato durante il viaggio, ma al ritorno lo stesso zaino pesava sedici chili perché si era riempito dei regali che i tanti amici che ho incontrato mi hanno lasciato in ricordo".

Redazione

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