Il consigliere comunale Mario Maladrone (Ambiente Asti) ha espresso diverse dichiarazioni riguardo alla questione del dimensionamento delle autonomie scolastiche nella provincia di Asti. (Ne avevamo parlato QUI) Maladrone fa riferimento alle indicazioni della Regione e all'ipotesi di ridimensionamento proposta dalla Provincia e dal Comune.
Secondo il consigliere di Ambiente Asti, "il dimensionamento delle autonomie scolastiche rappresenta una valutazione basata sui numeri delle strutture scolastiche. La Regione aveva segnalato che le autonomie sarebbero dovute passare da 27 a 25, ma Asti era già limitata nelle autonomie. Le scuole segnalate come sottodimensionate erano il Penna e Moncalvo. Il Penna, tuttavia, presenta due problematiche: mancano numeri sufficienti e ha già subito una limitazione nell'offerta enogastronomica".
Maladrone evidenzia inoltre che "i numeri mostrano una tendenza all'accorpamento delle autonomie, ma si chiede chi abbia influito su questa decisione. Nonostante la richiesta di ridurre le autonomie, si propone l'introduzione di un'altra autonomia, ricollocando l'Istituto Brofferio Martiri sotto gli Istituti Comprensivi. Questo comporterebbe una riduzione delle autonomie rispetto alle richieste della Regione, che rischiano di passare da 25 a 24"
Critico anche il modo in cui si sono svolte le riunioni, sottolineando "la necessità di una partecipazione più ampia da parte di dirigenti, sindacati e enti coinvolti nella questione del dimensionamento. Inoltre, evidenzia che l'accorpamento tra il Penna e il Giobert sarebbe stata la scelta più naturale, ma si è deciso di accorpare con l'Artom per creare un mega istituto"
"la questione riguardante l'offerta enogastronomica ad Asti debba essere risolta senza dipendenza dal settore privato e nel rispetto delle delibere della Provincia - sostiene - inoltre, evidenzia che un dimensionamento logico non dovrebbe comportare la diminuzione dei posti di lavoro né creare problemi riguardo alla titolarità dei docenti.
Infine, Maladrone sottolinea l'importanza di un dimensionamento partecipato che abbracci tutte le realtà coinvolte senza soffocarle. Invita a fermare il processo di dimensionamento per ripensare e costruire una soluzione condivisa, magari attraverso una campagna sulla scuola che eviti la fuga degli studenti verso altre province.