Viviamo in un posto bellissimo - 19 agosto 2023, 07:22

Viviamo in un posto bellissimo a due passi dal mare

Oggi, con la scusa dell’antico schiavismo barbaresco, non riesco a parlare d’altro che di umanità, di persone che scappano e non sempre finiscono bene

Il mercato degli schiavi europei in una stampa del XVII secolo

A maggio il parlamento italiano ha convertito in legge il decreto 20/2023. Decreto su migranti e accoglienza che ha preso nome dal luogo dove a febbraio avevano perso la vita un centinaio di persone, di fronte alle coste calabresi di Cutro.

Molti gli ambiti toccati dal decreto: da misure relative alla programmazione dei flussi di ingresso legale dei migranti, alla stretta sulla protezione speciale, passando per importanti modifiche alle norme sui centri di accoglienza. Gli sbarchi sono in aumento e i posti non bastano, ma il Cutro ha anche ridotto i budget dell’assistenza. Per non parlare dei supporti e dei controlli su tutta questa umanità che è stata ed è mercato fino al salire su un barcone e da lì in poi, al netto di morire in mare, rischia di essere facile bacino di sfruttamento. Mercato.

Nel guardare a persone che diventano mercato è fin troppo facile riferirci agli abomini schiavisti che per secoli e secoli hanno avuto l’Africa come centro. Centro di partenza, ma anche d’arrivo di futuri schiavi.

Europei deportati in Nord Africa per essere venduti sui mercati degli schiavi. Sì, schiavi europei catturati dai pirati, Dai, ammettetelo, sembra l’ossatura narrativa di un fantasy old style. E invece no. Realtà. Storia. Storia anche piuttosto recente cominciata intorno al ‘500, quando il Nord Africa ospitava innumerevoli covi di pirati, dai quali partivano scorrerie che assalivano e depredavano tutto il naviglio che solcava il Mediterraneo. Questa attività era condotta su grande scala, perché rendeva molto. Marinai e passeggeri venivano catturati e portati in Libia, Tunisia, Algeria o Marocco, dove venivano venduti come schiavi o rilasciati dietro il pagamento di riscatti esorbitanti. Tutte le coste mediterranee, dal XVI al XIX secolo, furono infestate dai pirati barbareschi, predoni che, muniti di piccole e veloci imbarcazioni, compivano rapide incursioni e saccheggi nei villaggi costieri e non solo, con come bottino le persone. Migliaia di persone all’anno per qualche centinaio d’anni fino all’incredibile cifra, stimata tra 1.200.000 e 1.500.000 di europei deportati in Nord Africa come schiavi. Problema risolto definitivamente solo intorno al 1830, quando i francesi occuparono Maghreb e dintorni. Numeri importanti, ma non certo vicini ai 12 e passa milioni di africani portati in catene nelle Americhe o ai milioni e milioni che si sono mossi verso l’Europa dagli anni 90 ad oggi. Milioni di persone. Persone e niente altro.


Scordarsene, con o senza il mare a due passi, dovrebbe essere reato.


Davide Palazzetti