Economia e lavoro - 02 agosto 2023, 07:04

Interruzione del Reddito di cittadinanza e messaggio dell'Inps: confusione e "imbuti" ai Servizi sociali

380 famiglie astigiane hanno ricevuto il messaggio di interruzione, ma, secondo gli addetti ai lavori, c'è mancanza di chiarezza che inquieta gli utenti

Ieri, 1 agosto, è stata una giornata che ha segnato una svolta nel nostro Paese, dopo che con un sms 169mila beneficiari del Reddito di Cittadinanza in Italia sono stati informati che è stata sospesa la misura fortemente voluta dal MoVimento 5 Stelle e introdotta nella scorsa legislatura come contrasto alla povertà.

Nei giorni scorsi, con un focus tra sindacati e Movimento, abbiamo acceso una luce sul delicato argomento, fornendo numeri, dati, commenti e pareri.

Per continuare a ricevere la misura, gli "orfani" del reddito, potranno essere presi in carico dai servizi sociali nei casi di marginalità o emarginazione sociale. 

Nell'Astigiano, i percettori del reddito di cittadinanza, secondo i dati forniti dall'INPS erano 2.247 (1.933 redditi e 314 pensioni di cittadinanza) per un totale di oltre 4mila persone coinvolte.

380 famiglie astigiane hanno ricevuto il messaggio di Inps 

Sono stati 380 i nuclei familiari a ricevere il messaggio di Inps.  Elena Chiorino, assessore al Lavoro e Formazione della Regione Piemonte ieri con la Conferenza Stato-regioni con il ministro Marina Elvira Calderone sulla misura “Supporto Formazione Lavoro”, ha spiegato che "si offrono maggiori opportunità ai cittadini abili al lavoro che anche attraverso la formazione e l’acquisizione di maggiori competenze possono raggiungere dignità e indipendenza economica. Si tratta di un momento cruciale che cancella l’assistenzialismo fine a se stesso e punta sulle politiche attive del lavoro come strumento di sviluppo e crescita socio-economica della Nazione”

Il messaggio dell'Inps

Sempre Chiorino, con una nota congiunta insieme ad Inps sottolinea che “Conoscevamo da mesi l’orizzonte temporale che avrebbe portato all’entrata in vigore delle nuove misure del DDl Lavoro del Governo e quindi all’interruzione del RdC per le persone considerate abili al lavoro, ma è fisiologico che tutti i cambiamenti portino ad un momento di preoccupazione, purchè non si cavalchi questo sentimento in modo strumentaleSpaventare la collettività porta solo ad una inutile agitazione popolare. Ai cittadini dobbiamo dare le giuste informazioni e assicurare loro che il Governo non intende lasciare indietro nessuno".

No assistenzialismo

No all'assistenzialismo ma opportunità secondo l'assessore regionale che, in linea con il Governo, sostiene che "è necessario offrire un ventaglio di opportunità concrete, non sussidi. Chi può lavorare deve poterlo fare e arrivare a conquistare dignità, soddisfazione e indipendenza economica. L’assistenzialismo puro ha favorito solo immobilismo e impoverimento sociale. Sviluppo, crescita e benessere socio-economico si realizzano solo attraverso le politiche attive del lavoro, come orientamento e formazione”.

Le misure che superano il RDC

La legge 85 del 3 luglio 2023 stabilisce che il Reddito di Cittadinanza sia sostituito da due nuove misure di sostegno, l’Assegno di inclusione (ADI) e il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL). La stessa legge prevede che per il 2023 il Reddito di cittadinanza sia erogato ai nuclei beneficiari per un massimo di sette mensilità, per cui l’ultima rata è stata quella di luglio 2023.

Tuttavia, i nuclei familiari in cui vi sia la presenza di disabili, minori, over 60 o che risultino essere in carico ai servizi sociali percepiranno il reddito sino al mese di dicembre 2023.

Successivamente, dal 1° gennaio 2024, questi nuclei saranno potenzialmente destinatari dell’Assegno di Inclusione, se risulteranno in possesso di tutti i requisiti che saranno previsti dalla normativa e dai regolamenti applicativi di prossima emanazione.

I servizi sociali prenderanno in carico solo i nuclei familiari che si trovino in situazioni di particolare disagio sociale e che siano difficilmente inseribili in percorsi di accompagnamento al lavoro.

La nota dell'ordine degli assistenti sociali

Le misure stanno destando comprensibile preoccupazione anche tra i Servizi sociali tanto che, con una nota l'ordine degli Assistenti sociali rimarca che si sia creata confusione e relativa pressione sui Servizi Sociali.

"Questo contesto -  si legge - preoccupa gli Assistenti Sociali anche per le responsabilità riversate sui professionisti. Non accetteremo lo scaricabarile sugli assistenti sociali, che sono in prima linea".

Il presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte, Antonio Attinà rimarca : "Affidare ad un messaggio inviato un venerdì di fine luglio un’informazione così delicata, significa non tenere conto né della persona e delle sue fragilità, né del senso di incertezza che si trasmette ai cittadini con comunicazioni non complete e generiche. Il problema fa riferimento anche a una gestione politica che decide la sospensione del Reddito di Cittadinanza senza adeguati strumenti per sostenere un cambiamento così importante e con una programmazione dei tempi di comunicazione non idonei. In conclusione, chiediamo alle istituzioni un intervento immediato affinché si chiariscano ai cittadini la situazione e le procedure, precisando che certe scelte politiche non dovrebbero generare responsabilità agli Assistenti Sociali, poiché non sono di pertinenza dei colleghi e delle colleghe dei Servizi".

E per gli occupabili?

I nuclei familiari che non rientrano nelle precedenti casistiche, i cui componenti siano già stati avviati ai centri per l’impiego e per coloro che non risulteranno presi in carico dai servizi sociali per la presenza di soggetti occupabili, dal 1° settembre 2023 potranno accedere alla misura del Supporto per la Formazione e per il Lavoro presentando apposita domanda nonché seguendo i percorsi formativi o di attivazione previsti, ricevendo un supporto economico di 350 euro per massimo 12 mesi.

Il Direttore regionale Inps Piemonte Bonanni specifica che “I nuclei familiari a cui è stato sospeso il Reddito di cittadinanza in Piemonte sono 7.299, di cui 4.615 nuclei in carico a Torino, poi 940 ad Alessandria, 423 a Cuneo, 383 a Novara, 380 ad Asti, 233 a Vercelli, 210 a Biella e 115 nel Verbano Cusio Ossola.

 Il messaggio di Inps ha creato confusione?

Ritornando però al messaggio di Inps, gli addetti ai lavori parlano di "scaricabarile" e, di difetto di comunicazione parla anche Giuseppe Occhiogrosso, direttore del C.I.S.A. - Asti Sud. "L'Inps ha sbagliato il mezzo, inviando uno scarno messaggio a tutti i percettori indistintamente, senza specificare che coloro che non possiedono i requisiti per continuare a percepire il Reddito di cittadinanza, trascorsi i sette mesi del 2023, lo perdono, viceversa le persone che devono essere prese in carico dai Servizi sociali possono ancora fruirne fino al 31 dicembre 2023, ma solamente se in possesso di determinati requisiti. In un primo momento Inps ci aveva detto di chiamare tutti i possibili futuri utenti entro il 30 giugno e poi ha fatto proroga fino al 30 ottobre. Quindi le persone, letto che potevano rivolgersi ai Servizi sociali, si sono precipitate ma ci vogliono determinate condizioni di svantaggio che ostacolino la possibilità di trovare un'occupazione e chi non li ha si deve iscrivere al centro per l'impiego. Le informazioni non sono chiare e la palla non è in mano ai servizi sociali".

Al primo agosto una decina di persone si è presentata al C.i.s.a., addirittura sembra che qualcuno abbia portato il proprio Iban. Frutto della confusione che, purtroppo, sembra regnare, almeno per queste prime ore e i servizi sociali non sono la panacea di tutti i mali e la soluzione a tutto.

E la gente, nervosa, si scaglia contro alcuni incolpevoli assistenti sociali.

Anche il Comune di Asti ha i centralini presi d'assalto e non è immune dai problemi che derivano dal nazionale, anche se dagli uffici dei Servizi non trapelano informazioni.

Davide Migliasso, presidente del Co.ge.sa conferma che al momento si devono ancora prendere le misure e che non c'è troppa chiarezza.

L'assessore ai Servizi Sociali, Eleonora Zollo (Fratelli d'Italia), non nega il problema della confusione e la cattiva comunicazione dell'Inps, ma conferma che "c'è la volontà di rimettersi in carreggiata e ripartire".

In merito interviene anche il neonato Partito socialista astigiano. "Demandare ai Servizi sociali dei singoli Comuni la gestione della situazione dei soggetti coinvolti ci appare una scelta politica dettata dalla necessità di mettere in atto l’ennesimo spot elettorale, senza curarsi dei disagi già apprezzabili nel breve periodo. Pertanto la federazione astigiana del Psi, chiede alla persona dell’assessore alle Politiche Sociali, Eleonora Zollo quali iniziative pratiche ed economiche intende porre in atto  e quali attori legati al sociale e al mondo del lavoro intende coinvolgere per evitare che la nostra città debba affrontare l’ennesima questione sociale nel prossimo autunno".

Martinelli - Franco