Attualità - 20 luglio 2023, 10:50

"Che bella la nuova libreria di Asti, peccato che con la mia carrozzina non possa entrare"

L'avventura di Manuela racconta un episodio occorso nella nuova libreria di via Garibaldi, caso che può capitare, purtroppo, in tanti esercizi commerciali

Una nuova libreria che apre è un successo per una città che dimostra di avere a cuore la cultura e il desiderio di informare e apprendere dei cittadini.

Non è da meno Asti che ha una discreta offerta di librerie alle quali si sono aggiunte, recentemente, Il Libraccio e Giunti al Punto.

Ed è proprio in quest'ultima che, a una nostra lettrice, è capitato un episodio increscioso. Non vogliamo, sia chiaro, puntare il dito su eventuali mancanze dell'esercizio, delle quali nulla possono i commessi, ma accendere una luce sulle barriere architettoniche che oggi, nel 2023, non possono impedire gli accessi a un disabile.

Magari c'è un'entrata secondaria che alla commessa, alla quale Manuela ha chiesto lumi, è sfuggita. Questo allo stato attuale delle cose non è noto.

Scrive Manuela: "Volevo fare un giro nella nuova libreria, cioè un giro lo avrei fatto se non ci fosse stato un gradino alto 30 centimetri".

Manuela per un problema di salute, è costretta su una sedia a rotelle da tempo e in alcuni negozi non può accedere, nonostante il decreto 236/89 stabilisca che le attività aperte al pubblico, come i negozi, devono rispettare il requisito della visitabilità.

Gli spazi di relazione devono dunque essere accessibili anche a chi ha difficoltà motorie o sensoriali e, se la superficie netta del locale è pari o superiore a 250 metri quadrati, almeno un bagno deve essere accessibile ai disabili. Se le caratteristiche previste dal decreto non sono rispettate, il negozio non è considerato agibile. La norma si applica agli edifici di nuova costruzione (edificati dopo l’entrata in vigore del decreto) e a quelli precedenti, poi ristrutturati.

"Ora, rimarca Manuela, in una libreria appena aperta tutta ristrutturata io mi aspetto di poter entrare senza problemi, ma il punto è culturale: manca completamente il desiderio di includere. In quasi tutti i negozi, persino quelli molto grandi, con la carrozzina girare è difficilissimo. Corsie strette, roba ammassata, ostacoli in mezzo".

E racconta un altro episodio che le è capitato: "Una volta la pedana da portare fuori era di metallo e le due commesse non sono riuscite a sollevarla e portarla fuori per farmi accedere".

La commessa della libreria dove Manuela ha tentato di entrare non aveva, come detto, risposte in merito e la direzione di Asti, da noi contattata via mail, al momento non ha ancora risposto, ma saremo lieti di dare spazio in qualunque momento alle loro valutazioni.

"Il Comune - continua un'agguerrita Manuela - dovrebbe non far pagare la tassa se i negozi mettono le pedane. E in caso di ristrutturazione l'entrata deve già prevedere lo scivolo, senza obbligare i disabili a chiamare, far prendere pedana, ecc".

Una segnalazione che deve fare aprire gli occhi un po' a tutti e i commenti sulla pagina Facebook di Manuela, che ha postato una foto, raccontano un'indignazione che deve far riflettere su un problema diffusissimo. "Lo stato ha finanziato un bonus del 70% per l’abbattimento delle barriere architettoniche", ricorda Enrico, mentre un avvocato scrive "Parliamone..."