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Attualità | 18 luglio 2023, 15:45

Asti “maglia nera” italiana per la capacità di risparmio: - 8,9%

Lo attesta un’analisi del Sole 24 Ore sulla gestione della liquidità sui conti correnti. La media italiana è del -2,6%

Asti “maglia nera” italiana per la capacità di risparmio: - 8,9%

Attenendosi ad un’elaborazione – effettuata dagli esperti del Sole 24 Ore sulla base di numeri forniti da Banca d’Italia e riferiti all’aprile scorso – prima la pandemia e poi le conseguenze pratiche e quotidiane della crisi Ucraina sul costo delle materie prime (e, a cascata, dei prodotti finiti che tutti quanti consumiamo quotidianamente), a fronte di stipendi che invece sono fermi da troppo tempo, stanno mettendo a durissima prova una delle virtù economiche da sempre proprie degli italiani: l’essere risparmiatori.

Da intendersi proprio nell’accezione etimologica del termine: infatti dall’analisi del quotidiano economico si apprende che le famiglie, nel primo quadrimestre dell’anno in corso, hanno eroso oltre 25 miliardi di euro di liquidità depositate sui conti correnti bancari. Una cifra che arriva a superare i 30 milioni di euro se la si raffronta alla fine dell’aprile 2022, a guerra in Ucraina iniziata da pochi mesi.

Una flessione obiettivamente allarmante, che diventa ancora più preoccupante se si considera che si è verificata principalmente nelle zone tradizionalmente più ‘ricche’ del Paese, ovvero il Nord Ovest (-4,5% raffrontando i dati dell’aprile 2023 con quelli dell’aprile 2022) e nel Nord Est (-2,52%), mentre è decisamente meno marcata al Centro (-1,9%), al Sud (-0,69%) e nelle Isole (-0,29%)

Chiaramente constatare questa flessione nei depositi non comporta necessariamente che quel denaro sia stato impiegato per ‘chiudere falle’ su altri fronti, poiché almeno in parte potrebbe semplicemente essere stato spostato su altri investimenti maggiormente remunerativi, ma resta comunque un campanello d’allarme che non può e non deve essere sottovalutato.

Specialmente nell’Astigiano (-8,9%) e nel Biellese (-7,9%) ossia le due province italiane in cui la flessione è maggiore e che si spartiscono con Rimini (-6,9%) il tutt’altro che ambito podio. Al quarto e quinti posto troviamo altre due province piemontesi, ovvero Cuneo (-6,8%) e Vercelli (-6%), seguite da una metropoli come Milano (-5,2%). Il tutto a fronte di una media nazionale che si attesta sul -2,6%

Gabriele Massaro

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