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Cultura e tempo libero | 17 luglio 2023, 19:26

Astimusica, dobbiamo parlare...

Ieri si è chiusa una edizione, la ventiseiesima, che ha visto sia poco pubblico pagante che un basso afflusso nelle serate ad ingresso libero. E' ora di ripensare la rassegna?

Lo scarso pubblico che ha assistito alla performance di Alice e, a fine articolo, gli spettatori che hanno ascoltato la giovane Helle. Due palesi dimostrazioni dello scarso interesse suscitato dalla rassegna

Lo scarso pubblico che ha assistito alla performance di Alice e, a fine articolo, gli spettatori che hanno ascoltato la giovane Helle. Due palesi dimostrazioni dello scarso interesse suscitato dalla rassegna

L’ottimismo è una dote straordinaria, che anche un uomo geniale quale fu Tonino Guerra (poeta, scrittore e sceneggiatore di capolavori del cinema italiano realizzati da autori quali Antonioni, Fellini e De Sica) celebrò in una serie di spot televisivi realizzati per un marchio della GDO di elettrodomestici e elettronica (“Gianni! L’ottimismo è il profumo della vita!”, affermava). Lungi quindi da noi biasimare chi ne fa pubblico sfoggio.

E’ però altrettanto importante che ‘vedere il bicchiere mezzo pieno’ non finisca per distogliere dalla realtà dei fatti. Soprattutto nel caso che questi ultimi divergano eccessivamente dalla narrazione. Ci riferiamo al comunicato stampa riassuntivo della 26esima edizione di Astimusica, conclusasi ieri sera con la serata diocesana “Asti God’s Talent”.

Leggendo le dichiarazioni riportate, si ottiene il ‘quadro’ di una rassegna che magari necessita di qualche piccolo aggiustamento“Cambieremo formula e forse anche luogo. Dopo tanti anni Astimusica entrerà in una nuova fase”, ha affermato il direttore artistico Massimo Cotto e “La voglia di stare insieme e divertirsi è da sempre lo spirito di Astimusica e continuerà ad esserlo anche in futuro indipendentemente dai format e dai luoghi che sceglieremo”, ha aggiunto il sindaco e presidente della Provincia Maurizio Rasero) –, ma che tutto sommato gode di ottima salute.

Lodevole anche la volontà di rinnovare & innovare rivendicata dall’assessore alla Cultura Paride Candelaresi (“Abbiamo altresì sperimentato nuovi linguaggi grazie a scelte intelligenti che hanno portato in piazza un pubblico di giovani che potrebbe averci dato una direzione da seguire nei prossimi anni: non rinnegare ciò che siamo stati, ma continuare a fare scelte fresche, nuove e coraggiose”) e la sottolineatura del fatto che “Astimusica non deve essere solamente una rassegna musicale, ma un momento di incontro e di socializzazione per tutti gli artigiani, di ogni fascia d’età”, come ha affermato il dirigente Angelo Demarchis.

Però – tenuto in debito conto tutte le dichiarazioni e non sottovalutato che ‘sono tempi difficili’ per tutti, per cui diventa difficile pensare di poter portare al festival grandi star dai cachet inarrivabili – non possiamo nasconderci e nascondervi che si sta parlando della medesima rassegna che, in gran parte delle edizioni precedenti, ha visto salire sul palco allestito in piazza Cattedrale artisti di fama nazionale e internazionale come Patti Smith, James Brown, Terence Trent D'Arby, Carmen Consoli, Alex Britti, Subsonica, Max Gazzè, Samuele Bersani, Gino Paoli, Francesco De Gregori, Roberto Vecchioni, Daniele Silvestri, Elisa, PFM, Pino Daniele… e potremmo continuare a lungo.

Nomi di fronte ai quali la line-up dell’edizione 2023, pur potendo contare su artiste ‘di razza’ come Alice che ha interpretato Franco Battiato (che fu, anni fa, protagonista sul palco in prima persona) o l’impegno e l’ironia dello Stato Sociale (anche se, va detto, molto meno sull’onda rispetto al post Sanremo cui presentarono “Una vita in vacanza”), semplicemente svanisce.

Certo, per onestà intellettuale va detto che una dote imprescindibile di un buon direttore artistico – e Massimo Cotto indubbiamente lo è, tanto da aver sommato a quella astigiana anche la direzione artistica de “L’isola in collina” di Ricaldone, paese natale di Luigi Tenco, e ad avere un calendario di serate fittissimo, dal Premio Bindi alla partecipazione al Premio Bancarella: impegni tutti riscontrabili sulla sua pagina Facebook – è di saper individuare i talenti quando non sono ancora celebri (e nello scriverlo pensiamo a un allora sconosciuto Ghali o al forte legame con Ermal Meta), però se neppure il pubblico ‘in target’ con l’artista risponde al sollecito… beh, allora forse c’è un problema.

Dati alla mano, le tre serate a pagamento hanno portato alla vendita di circa 2.000 biglietti (un migliaio gli spettatori dello “Stato Sociale” e circa 600 ciascuno per Alice e Medy), che salgono a circa 10.000 considerando tutte le restanti a ingresso libero (e su cui ha comunque molto influito la massiva partecipazione all’ultima serata dei ragazzi della Diocesi), ma sono comunque numeri risibili per un festival che fino a qualche anno fa aveva ben altre ambizioni e che, evidentemente, negli anni ha smarrito la direzione.

Quello tra Astimusica e Massimo Cotto, da sempre ‘anima’ della rassegna, è un rapporto lungo e travagliato – nel 2014 affermò che “Astimusica muore”, due anni dopo annunciò le sue dimissioni (poi ritirate) da direttore artistico perché ferito da bordate politiche del Movimento 5 Stelle e anche l’anno scorso disse che il festival del 25ennale sarebbe stato l’ultimo da lui diretto, salvo tornare repentinamente sui suoi passi – ma siamo certi che, al netto delle dichiarazioni di circostanza, lavorerà fin da subito per plasmare nel migliore dei modi possibili l’edizione 2024 del festival.

Nel nostro piccolo, non potendo certo vantare il suo know-how settoriale, ci permettiamo però di porre alla sua attenzione alcune domande-considerazioni:

  • Può davvero dirsi “riuscita” una manifestazione che, praticamente in occasione di tutte le serate di rassegna, ha visto una affluenza di pubblico estremamente scarsa?

  • Sono ‘tempi difficili’ per tutti, lo abbiamo già scritto, ma ciò nonostante realtà a noi attigue come Canelli o San Damiano riescono a assicurarsi artisti di sicuro richiamo come, rispettivamente, Raf e Le Vibrazioni (oltre a comici di razza come Teo Teocoli, anche lui salito sul palco di “La Barbera Incontra”). E, per quanto non siano ancora stati resi noti gli ospiti, è facile immaginare che anche il Contro Festival di Castagnole delle Lanze, al netto del legame con i Nomadi, porterà grandi nomi. Come mai Asti non riesce a esprimere altrettanta ‘potenza di fuoco’?

  • Il web consente di veicolare rapidamente, e a costi molto contenuti, informazioni mirate verso target specifici. Quindi perché mai l’home page del sito ufficiale presenta una ‘banalissima’ immagine della locandina (senza elementi cliccabili o approfondimenti) e se, malauguratamente qualcuno clicca su “Programma Astimusica” dopo averlo cercato su Google viene rimbalzato a questa pagina in cui trova la line-up dell’edizione 2017?

  • Infine, domanda estesa anche all’assessore alla Cultura Paride Candelaresi, notoriamente melomane, era proprio necessario calendarizzare la prima serata di “Asti Lirica” (che comunque non ha fatto sfaceli, con 112 biglietti venduti) in concomitanza con una delle serate di “Astimusica”? Vero che, probabilmente, sono due pubblici differenti, ma si tratta pur sempre di due serate culturali nella stessa, piccola città.

Gabriele Massaro

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