“Un paese ci vuole, non fosse per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti …”
C’è il senso di uno spettacolo, in questa frase di Pavese, ma anche il senso di una comunità, di appartenenza piemontese, tanto che lo stesso presidente della regione Alberto Cirio l’ha utilizzata come arringa finale nelle audizioni che vedono Asti candidata a Capitale della cultura 2025.
E raccontare un territorio è in fondo quello che fa, attraverso i suoi personaggi teatrali, cinematografici, televisivi, Andrea Bosca, attore astigiano, canellese per la precisione, dalle tante sfumature.
Questa sera la sua terra sarà orgogliosa e lo potrà ammirare ben due volte. A Nizza, alle 21, la stagione teatrale lo vede protagonista con il tour “La luna e i falò”, adattamento da Cesare Pavese, dove (per il terzo tour), Bosca interpreta Anguilla che torna a casa dopo essere emigrato in America. E alle 21.30, su Rai Uno sarà protagonista con Beppe Fiorello del film “I cacciatori del cielo”, dove interpreta Bartolomeo, il fedele meccanico amico di Francesco Baracca.
Cosa significa per te tornare a casa?
Una gioia immensa che mi risveglia quella sana paura che viene dal desiderio di voler dire qualcosa in più che arriva dritta al cuore. I miei compaesani riconoscono posti e modi di dire, anche se questa storia la capiscono da Enna e Trieste, ma qui sentir parlare di “Canej”, Nizza, Santo Stefano Belbo, avrà un profumo diverso. Toccheremo i ricordi di una vita.
Asti è candidata a Capitale della Cultura 2025, hai anche contribuito con un video. Ieri l’assessore alla Cultura ha regalato al presidente di giuria uno scrigno con la terra, la nostra terra. Un momento emozionante. E’ una cosa che stai facendo anche tu in tournée. Porti sempre con te la tua terra?
E’ esattamente quello che ritengo sia un dono. Io porto con me la terra della mia vigna che simboleggia un vissuto e un passato, ma anche una cosa significativa nello spettacolo a seconda di come si illumina. Noi veniamo dalla terra, siamo zona rurale che ha saputo crescere grazie alla laboriosità, abbiamo capito che con la cultura ci si riscatta dalla miseria. Fulcro della Luna e i falò. La cultura è la vera chance che abbiamo per crescere e siccome abbiamo questa passione, ci meritiamo la vittoria.
Questa mattina a Nizza, dopo le prove, hai incontrato i bambini delle scuole che cosa hai raccontato?
Abbiamo parlato di alcuni passaggi della Luna e i falò parlando dei momenti di vita quotidiana che assomigliano a quello e lo fanno sembrare parte di noi. Ci sono stati anche momenti commoventi in cui ci si è raccontati. I ragazzi sono molto avanti e vogliono solo avere i mezzi per creare cosa hanno in mente. Li perdiamo quando diamo loro un ruolo marginale. Loro non vogliono sfuggire alle grandi sfide della vita.
E i temi di condivisione e amicizia si ritroveranno questa sera ne "I cacciatori del cielo", su Rai Uno, dove tu interpreterai Bartolomeo, meccanico amico di Francesco Baracca (Giuseppe Fiorello).
Si tratta di un ragazzo che viene dalle campagne venete e riesce attraverso lo studio a riscattarsi da una situazione che vive male, cioè sentirsi inferiore. Diventa amico di Baracca perché proteggono le stesse cose e riescono a darsi una mano e a fidarsi uno dell'altro. Le difficoltà si affrontano con persone con le quali ci si confronta. Con l’isolamento non si vince. La guerra è la perdita di ogni umanità.
Tu hai dovuto imparare il veneto per interpretare Bartolomeo, vero?
Mi sono fatto aiutare da un amico fonico che mi ha fatto anche alcune registrazioni poi con l’aiuto di un nostro dronista, con la D, non tronista eh (ride ndr) che mi è stato vicino e mi ha dato qualcosa in più per il personaggio. A volte basta aprire gli occhi per raccontare. Sono stato felice di interpretare un personaggio che arriva dal popolo perché io sono così.
C’è una dimensione artistica dove si trova meglio Andrea Bosca?
Beh il teatro non lo abbandonerò, mai ma vorrei portare in parallelo tutte le cose. E’ la storia che fa la differenza. Per esempio la Luna e i falò è perfetto per il teatro perché vive attraverso la mente e il cuore degli spettatori.
Alle 21.30 su Rai Uno il racconto della nascita dell’aviazione militare italiana attraverso tre eroi: il maggiore Francesco Baracca (Giuseppe Fiorello), asso dell'aviazione durante la prima guerra mondiale, il capitano Ruggero Piccio (Luciano Scarpa), e Bartolomeo Rocca (Andrea Bosca), meccanico dell’aereo di Baracca.
Regia di Mario Vitale, con la consulenza storica di Paolo Varriale. Anche su RaiPlay.