Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone At Last, di Etta James, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify
Conoscere se stessi è un cammino che può riservare un sacco di sorprese.
Ne ho parlato con Elena Zo, astigiana, 45 anni.
Lei, dopo essersi riscoperta, ha creato il progetto della Piccola scuola Montessori di Asti.
Elena, come è nata l'idea di creare questa realtà?
Da quando sono diventata mamma. Da quel momento sono cambiata completamente come persona, oltre che professionalmente. Ho due bimbi, il primo ha nove anni e la seconda sei. È come se mi fossi evoluta: i miei bambini hanno portato alla luce la mia vera essenza, con cui forse prima non ero cosi tanto in contatto, era sepolta sotto tante cose. Ho seguito l'istinto e mi sono documentata, entrando in contatto con principi pedagogici come l'ascolto e il rispetto del bambino, l'educazione consapevole. Tutti questi principi che ad oggi sembrano innovativi sono in realtà montessoriani.
Il cuore di questo metodo?
È un metodo che si fonda sul rispetto del bambino nelle sue fasi di crescita. La natura del bambino è quella di imparare muovendosi. Alla Piccola scuola montessoriana facciamo matematica al parco, i bambini stanno poco seduti, spesso si trovano sul pavimento, abbiamo tanti cuscini e materiali per il loro confort. Il bambino è libero di spostarsi durante la mattinata. Siamo convinti di quanto diceva Montessori, per cui la mano è l'organo di intelligenza. Ci tengo però a dire che rispetto il metodo scolastico tradizionale e le maestre di ogni scuola, che quotidianamente fanno un lavoro immenso.
Il maestro interiore e quell'amore che si spera duri per sempre
Liberi dai condizionamenti?
Esatto, il metodo Montessori si basa su un apprendimento dinamico. Liberati dai condizionamenti, i bambini riescono così a sentire il proprio 'maestro interiore', che naturalmente li porta all'apprendimento, al desiderio di conoscenza.
Quando Elena mi spiega questo principio mi fermo a riflettere. È proprio vero che ognuno di noi dovrebbe liberarsi da ogni condizionamento, esterno e interno, per poter sentire ciò che davvero ha dentro. E se per i bambini questo si traduce nell'avvertire il maestro interiore, in noi adulti significherebbe andare alla ricerca della nostra essenza, troppo spesso accantonata come fosse un pacco impolverato in un magazzino.
I bambini, quindi, sono liberi di scegliere dove vogliono concentrare la loro attenzione?
Sì, questo tipo di apprendimento si basa anche sulla libera scelta. In ambiente vengono inseriti diversi materiali, che man mano vengono presentati ai bambini, così che loro possano scegliere quello che li incuriosisce di più. Questo perchè crediamo che vi sia apprendimento solo se senza imposizioni. Inoltre, è necessario rispettare i tempi e gli sviluppi dei bambini. Cerchiamo di rendere il più possibile affascinante lo studio, di farlo vivere ai più piccoli non come peso, ma come qualcosa a cui tendere con curiosità, per iniziare un percorso d'amore che si spera duri tutta la vita.
Un'immagine bellissima quella che mi ha descritto Elena, che mi ricorda quanto sia importante, ogni tanto, recuperare quella curiosità tipica di quando eravamo bambini. Guardavamo tutto con meraviglia, ci sentivamo leggeri nonostante fossimo circondati dalla pesantezza della società adulta e, ora che ci siamo dentro, ricordarsi di queste parole e di questi concetti potrebbe darci una boccata d'aria. Quante volte ci siamo sentiti, ci sentiamo, ci sentiremo oppressi in una società che spesso non ti lascia scegliere? Ci rifletto quotidianamente.
Quanti bambini hai in questo momento?
Attualmente ho una prima di sei bimbi, ed era il massimo che mi ero prefissata. Si chiama Piccola scuola Montessori perchè dovrà sempre essere piccola, un piccolo gruppo, in cui si possa avere cura e attenzione anche nei rapporti interpersonali. A mano a mano i bimbi entreranno in una sorta di pluriclasse, su idea di Montessori, nel momento in cui gli studi si differenzieranno ci divideremo, ma non in vere classi diverse, ci sarà comunque un unico gruppo. Il fatto che i bimbi più grandi siano a contatto con i più piccoli è stimolante per entrambi e li aiuta a sviluppare l'idea di autonomia.
Quanto è importante per te il territorio?
Fondamentale, sono nata ad Asti e ho sempre vissuto qui, a parte un anno passato a Torino per i miei studi. È sempre stata la mia casa, mi sento astigiana fin nel midollo, con tutti gli angoli delle strade e dei quartieri, con tutte le vicende culturali. Mi faceva piacere portare un po' del mio percorso di vita nella mia città: le scuole a metodo montessoriano sono diffuse in tutto il mondo, forse più all'estero che in Italia. Volevo che anche nella mia cara Asti qualcuno potesse abbracciarne la filosofia, non solo da genitore.
Hai avuto difficoltà nel far mettere radici a questo metodo?
Non ho avuto difficoltà. Quando ho iniziato a dirlo ho avuto un super riscontro. Ho iniziato a far conoscere il progetto nel 2021, a gennaio 2022 ho ricevuto le prime iscrizioni e a settembre 2022 è iniziato l'anno scolastico. Molti non conoscevano il metodo ma sono venuti all'open day. Erano curiosi. Le persone che ho conosciuto mi hanno dato fin da subito un'ottima risposta. La città è piccola e l'avventura è grande e coraggiosa: un genitore per affrontarla fa un atto di coraggio importante. Come primo anno, avere i miei primi sei bimbi è stata una bella risposta.
Un consiglio a persone che, come te, vanno in cerca della loro essenza?
Ho sempre seguito il cuore in tutte le mie scelte, di vita e di lavoro. Questo molto spesso mi mette davanti a sfide e grandi responsabilità, che affronto con grande entusiasmo, ma non senza fatica. Il mio consiglio è quello di buttarsi e di lottare per realizzare il proprio sogno, sapendo che ti riempirà il cuore in ogni momento della vita. È un grande dono.
Tu sei anche un'insegnante di danza, giusto?
Insegno danza classica principalmente, ma anche moderna. Ho scoperto la danza nelle varie 'rinascite' della mia vita. La danza è stato il mio primo amore, la insegno da 18 anni. Quando sono diventata mamma mi sono appassionata di babywearing e ho dato vita al progetto danza Cuore a Cuore. Da ormai nove anni insegno danza a donne in dolce attesa o a mamme con i bimbi in fascia. Questo progetto mi aveva permesso di portare il mio primo amore, la danza, al mio nuovo amore, il mio primo figlio. In questi anni ho formato quasi 50 insegnanti di danza, anche in Svizzera e Belgio.
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