Dal 1 di aprile al Pronto Soccorso di Asti arriverà una cooperativa che coprirà nelle 24 ore la Sala blu due, ruotando due medici nelle 24 ore.
"Rimane una discrepanza - spiegano dal Pronto soccorso - tra i numeri del personale medico ed infermieristico, mentre quest’ultimo è adeguato il primo presenta diverse carenze".
E proprio per questo motivo arriverà la cooperativa Novamedica e la tariffa dei "gettonisti" sarà di circa 100 euro l'ora.
La notizia è arrivata in questi giorni proprio mentre ieri si è reso noto che in Piemonte si accorceranno i tempi per chi deve fare una un'ecografia dell'addome, un'elettrocardiogramma o una visita urologica.
Intanto prosegue a pieno ritmo il piano straordinario per il recupero delle liste d'attesa per le prestazioni sanitarie non urgenti, messo a punto dalla Regione Piemonte per recuperare i ritardi causati dal Covid.
A margine della conferenza il presidente della Regione Alberto Cirio, pur non essendo entusiasta della soluzione "gettonisti", la ritiene comunque favorevole per i cittadini.
"Avremo sempre il quarto medico che gestirà i codici rossi mentre continueremo a dividere i gialli equamente - rimarcano dal Pronto soccorso astigiano - e i "supporti potranno intervenire su tutto ma non sui rossi che rimarranno alla sanità pubblica".
Le notti saranno nuovamente divise in tre (due medici della Asl e uno della cooperativa) e, considerato che in molti hanno ferie arretrate, pare un'importante boccata d'ossigeno.
Rimarca Gabriele Montana, infermiere e segretario territoriale NurSind: "Da qualche mese abbiamo dei gettonisti medici e anestesisti. Ora sono arrivati anche in Pronto perché l'organico medico è davvero ridotto. Il problema di fondo è che il definanziamento e la carenza di risorse la fa da padrone in tutta Italia e sempre più spesso ci si allontana dal pubblico per andare nel privato che paga meglio. Nei grandi centri è da tempo che vengono gestiti i gettonisti. La politica sia di destra che di sinistra ha tagliato tantissimo, negli anni, strutture e interventi, senza pensare ai bisogni del territorio. La sanità pubblica in Italia è in declino perché mancano i soldi. Penso che dovremmo tutti impegnarci per un bene pubblico, soprattutto in sanità e istruzione".