Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone Coming Home, di Diddy - Dirty Money, Skylar Grey, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify
Appena ha aperto quella porta ho fatto un tuffo nella mia memoria, quella di quando ero bambina.
Entrare alla De.Car2 di Asti è come tornare indietro nel tempo: un universo parallelo fatto di peluche di ogni colore, forma e dimensione, oltre che giocattoli per tutti i gusti, non possono che far tornare a galla i sentimenti di quando eravamo piccoli.
Mi accoglie Davide Carbone, proprietario dell'azienda nata nel 1981 dal padre, Luigi. Una stretta di mano e parte subito il tour guidato all'interno di un fiore all'occhiello del nostro territorio. All'interno di un grande Orgoglio Astigiano.
Davide, come e quando è nata l'azienda?
L'azienda è nata negli anni Ottanta da mio padre. Lui era nato come ambulante, vendeva in piazza ad Asti e nel nord Italia. A metà degli anni Ottanta ha iniziato a importare dalla Cina insieme a Enrico preziosi: sono stati tra i primi importatori italiani dalla Cina. Piano piano l'azienda, nata a conduzione familiare, si è ingrandita sempre più. Quando c'era ancora mio papà, che è mancato dieci anni fa, l'azienda contava 24 dipendenti.
L'azienda ha però dovuto superare non poche difficoltà
Esatto, in primis l'alluvione del '94. L'azienda aveva subito danni enormi: eravamo pieni di peluche tutti bagnati. Con l’aiuto di tanta gente, ci volle un anno per riprendersi e inserirsi di nuovo sul mercato. Nel 2000 è iniziata la crisi economica, che abbiamo patito anche noi e che ha raggiunto il suo apice nel 2006-2007. Mio padre era molto preoccupato per tutti questi cambiamenti. Nel 2012, poi, una tromba d'aria distrusse i nostri uffici. Nel maggio 2013 la morte di mio padre rimescolò tutte le carte.
Cosa succede dopo la morte di tuo padre?
Succede che, essendo figlio unico, prendo in mano io l'azienda. Al contrario di cosa si possa pensare, fu un'impresa difficilissima, anche se mio padre mi aveva abituato a viaggiare. Il mio primo viaggio in Cina lo feci a 18 anni. Ci è voluta però una riorganizzazione totale: le persone sono sempre state abituate a interfacciarsi con mio padre, non con me. Fu un lavoro lungo. Solo nel 2016 arrivarano fatturati di un certo livello, fino al 2017, l'anno d'oro per noi.
Il problema, però, ritorna: arriva il Covid. Cosa fate?
Nel 2020 ero appena tornato dalla Cina e si era diffusa la notizia del Covid. L’azienda ad aprile 2020 ha chiuso 2 mesi e mezzo, abbiamo ripreso a fine maggio, ma abbiamo perso il Natale. Perchè prepararsi al Natale per noi significa iniziare 7-8 mesi prima, per avere tutto pronto. Così per Pasqua e per San Valentino. Perdere il Natale per noi ha significato perdere il 50% del fatturato nel 2020. Nel 2021 i costi dei container sono aumentati di almeno cinque volte: era troppo caro per noi acquistare la merce, considerando poi che i nostri prodotti devono essere comprati da grossisti, che a loro volta vendono ai negozi, che a loro volta vendono al consumatore. Ad ogni modo l’azienda ha aumentato comunque man mano il fatturato. Nel 2023 speriamo si possa tornare alla normalità.
Ecco, Davide, come funziona concretamente il lavoro dell'azienda?
Importiamo in media 100 container l'anno, dalla Cina, ma appoggiandoci anche a fornitori di altri paesi. I nostri prodotti vengono poi rivenduti a diversi clienti, che sono gruppi e grossisti, in diverse parti d'Italia e del mondo. Tra i nostri clienti Happy Casa, Autogrill, Conad, Chef Express, My Chef, Finiper. Vendiamo in tutta Italia, ma abbiamo molti clienti esteri grossisti: in Spagna, Grecia, Bulgaria, Slovenia e Russia. Esponiamo anche a Norimberga alla fiera più grande d’Europa, nel 2023 saremo presenti come visitatori.
E a livello locale? Quali sono i vostri clienti?
Ad Asti Paniate, in Piemonte abbiamo alcuni grossisti tra Torino e Cuneo.
Come avete risolto la problematica dell'aumento dei costi?
Abbiamo comprato un macchinario che riempie i peluche direttamente in azienda. Il macchinario sarà operativo nel 2023. Tre dipendenti si occuperanno poi delle cuciture, una volta che i peluche saranno stati riempiti con l'ovatta. Da quel momento i magazzinieri imballano e spediscono ai clienti. Questo ci permetterà di acquistare una minor quantità di container.
Quanti dipendenti conta ad oggi l'azienda?
Dieci. Abbiamo due uffici commerciali, un ufficio grafico, due uffici estero, un ufficio contabilità, un ufficio bolle e fatturazione più un magazzino con quattro dipendenti.
Possiamo dire che si tratta di un'azienda con un'anima a conduzione familiare, pur essendo molto sviluppata?
Assolutamente sì, mio padre, mia madre ed io eravamo i tre soci iniziali. Mio padre non c'è più, siamo rimasti io e mia mamma Anna, che ha 72 anni e non dimentica mai di dare una mano in azienda. Con lei anche mia moglie Patrizia.
Quando intervisto Davide penso, in cuor mio, che faccia il mestiere tra i più belli del mondo. Nonostante alcuni 'mal di pancia' considerevoli conseguenza inevitabile delle grandi responsabilità che spettano a un capo, lavorare costantemente a contatto con peluche (soprattutto) e giochi, credo non abbia prezzo. Incuriosita, gli chiedo come funzioni una sua giornata tipo. Rimango basita.
Davide, una tua giornata tipo?
La sveglia suona tutte le mattine alle 4.40. In azienda arrivo non più tardi delle 5.30 del mattino. Perchè devo contattare la Cina e lì sono sette ore avanti. Con i cinesi scrivo mail o parlo al telefono, alcuni sono stati anche qui in azienda. I miei dipendenti arrivano alle 8.30 e da quell'ora inizia il quotidiano lavoro.
Ma... non pensi di fare il lavoro più bello del mondo?
Adoro il mio lavoro, mi fa sentire eternamente bambino. Alcune volte, però, le giornate 'no' dovute alle tante responsabilità mi fanno impazzire. Non è semplice gestire un lavoro di questo tipo, che viene influenzato da una serie infinita di variabili: il valore del dollaro, ad esempio.
Hai figli?
Sì, ho una bimba stupenda di cinque anni, Valentina.
Valentina sa di tutto questo 'ben di Dio'?
Sì, ma è un pericolo se viene qui. Sono più tranquillo se sta a casa (ride, ndr).
Sei legato ad Asti e all'Astigiano?
Sì, Asti è la mia città e amo Asti. Devo dire, però, che è molto cambiata negli ultimi vent'anni e che rimpiango la bellezza di Asti negli anni Novanta, che porterò sempre nel cuore.
Ti faccio una domanda scomoda. Sposteresti mai la tua azienda da qui?
Sì. Spesso molti fornitori mi dicono che la mia azienda è in una posizione decentrata: il fulcro di questo commercio è nella parte est dell'Italia, Verona, Padova... Credo che Asti debba tirarsi su. Non possiamo vivere solo di Palio, dobbiamo anche imparare a vivere di economia.
Quell'orsetto della buonanotte...
Fare un viaggio all'interno della De.Car2 è stato terapeutico. Ogni tanto ognuno di noi dovrebbe abbandonare i pensieri asfissianti di tutti i giorni, per tornare bambino qualche istante. E io, per oltre due ore, sono riuscita a farlo. Ho indossato quegli occhiali che hanno il potere magico di farti vedere il mondo coloratissimo e bellissimo, il mantello dell'invisibilità e stretto al petto, per un attimo, quell'orsetto a cui non dimenticavo mai di dare la buonanotte. Incontrare di nuovo me stessa è stato bellissimo.