Politica - 23 dicembre 2022, 07:30

Continuano le polemiche sull'iniziativa solidale di Fratelli d'Italia che dona solo a famiglie italiane

Gli interventi di Marco Castaldo, Massimo Cerruti, Luisa Rasero e Angela Quaglia

Riceviamo e pubblichiamo.

Leggo la notizia che Fratelli d’Italia, ad Asti, promuove l’”iniziativa solidale”, così la chiamano loro, di un “Natale tricolore” con lo scopo di raccogliere indumenti, pannolini e quant’altro al fine di destinarlo alle famiglie bisognose, ma rigorosamente solo a quelle italiane.

Mi domando quale sia lo spirito che appartiene alle persone che promuovono quest’iniziativa. Se fosse una questione di fede religiosa, che si fa più impetuosa durante il periodo natalizio, questo afflato di generosità dovrebbe rivolgersi a tutti i bisognosi, indistintamente perché, se non ricordo male, Gesù Cristo, nel suo caritatevole amore, non faceva differenze quando guariva ebrei, palestinesi, farisei… Se, invece, si trattasse di volontariato sociale, anche in questo caso, dovrebbe rivolgersi alla totalità dei componenti di una comunità.

Non mi risulta, infatti, che le ambulanze, ad esempio, facciano differenza di etnia quando vanno a “salvare delle vite”. Quando sono, poi, dei rappresentanti istituzionali, dal consigliere comunale al parlamentare, a rendersi promotori di siffatte azioni, c’è da chiedersi se costoro abbiano contezza del ruolo che ricoprono e dei loro doveri nei confronti della comunità che rappresentano. C’è la Costituzione di mezzo, non la populistica propaganda con demagogici messaggi discriminatori da perenne campagna elettorale. Vorrei ricordare loro, infatti, che non è più necessario prodigarsi in tanta solerte comunicazione in quanto essi governano la città e anche il Paese, se non se ne fossero ancora accorti. Estremamente preoccupante, invece, che l’attuale Assessora alle Politiche sociali del Comune di Asti appartenga proprio a Fratelli d’Italia e che si presti nuovamente ad una becera strumentalizzazione visto che proprio Lei dovrebbe occuparsi istituzionalmente della povertà e della fragilità della comunità astigiana e non solo per una parte di essa. Che fa, Dottoressa Zollo, si dissocia da tali prese di posizione, oppure le proprie? E, nel secondo caso, il Sindaco non ritiene di dover rendere conto a riguardo? Infine, non certo per importanza, dove erano e sono i rappresentanti politici di Fratelli d’Italia quando si tratta di salvare il futuro di tante famiglie italiane coinvolte nella triste storia della Casa di riposo città di Asti? Non credo che basti qualche pannolino per risolvere la drammatica situazione degli ospiti, delle lavoratrici e lavoratori e delle famiglie di tutti questi e quindi suggerirei loro di prodigarsi in un gesto di responsabilità istituzionale e di valore morale, costituendo un fondo di solidarietà per questi cittadini italiani del nostro territorio, anche a rischio di aiutare qualcuno che non sia di pura razza piemontese. Un solidale augurio a tutti, tranne che ai rappresentanti di Fratelli d’Italia.

Marco Castaldo Articolo Uno Asti

CERRUTI (M5S): HANNO COPIATO, MALE, L’INZIATIVA DEL M5S AGGIUNGENDOCI LA SOLITA PUNTA DI RAZZISMO. NOI REPLICHEREMO IL BANCHETTO IL 7 GENNAIO PER RACCOGLIERE GIOCATTOLI PER TUTTI

In pieno accordo con le politiche di austerità del Governo rivolte solo a chi è già in difficoltà, anche le iniziative lodevoli finiscono per discriminare e ampliare le disuguaglianze tra cittadini di Serie A e di Serie B (un riferimento calcistico che ben calza con la decisione di rinunciare quasi un miliardo di euro per salvare le squadre di calcio).



Per noi non esistono differenze di etnia, esistono solo famiglie, bambine e bambini in situazioni gravi di povertà e indigenza. Per questo sabato 7 gennaio 2023 saremo di nuovo sotto i Portici Anfossi n.42 per concludere l’iniziativa “Giocattoli in MoVimento”. Lo faremo con le nostre attiviste e i nostri attivisti, portando avanti valori universali, e non solo patrioti.

Vi aspettiamo numerosi!

Massimo Cerruti

Luisa Rasero

"Sarà anche un figlio di puttana, ma è il nostro figlio di puttana". Frase attribuita al Presidente Usa Franklin Delano Roosevelt a proposito di Anastasio Somoza, sanguinario dittatore del Nicaragua negli anni tra i '60 e i '70 del secolo scorso. Alcuni storici mettono in dubbio l'attribuzione della frase al Presidente Usa summenzionato, ma non è importante, la politica estera Usa parla da sola, ieri e anche oggi: tra Arabia Saudita e Iran è arduo individuare chi sia il regime più ostile alle donne, ma l'Arabia è dei nostri e quindi non se ne parla, l'Iran è un nemico e riempie le pagine dei notiziari. Quindi, se ci fanno comodo, se fanno comodo agli Usa e quindi (?)anche a noi, se garantiscono i nostri (i loro) interessi, chiudiamo un occhio sul rispetto dei diritti. Questo è il senso della definizione e questo è il modo in cui l'ha usata Maria Zakharova, portavoce del Ministero deli Esteri russo, volto ormai noto. Quando così ha definito Zelensky, faceva una citazione, ha pure fatto il il gesto con le dita per mimare le virgolette. Ora, si può discutere sul buon gusto della citazione. Si può obiettare se - in generale - non sarebbe più opportuno definire in altro modo un individuo losco, che ne so?, magari figlio di un magnaccia o di un trafficante di essere umani. Così si punterebbe il dito sul carnefice e non sulla vittima, toh. Quello che non si può fare è dimenticare il contesto e far passare quella frase come una novità, una dimostrazione di quanto siano cattivi i russi. Si chiama disumanizzazione del nemico, viene usata da tutti gli stati in guerra, da che mondo è mondo. Serve a convincere che i nostri nemici sono cattivi e non propriamente esseri umani, quindi ucciderli in fondo non è così grave anzi è un atto meritorio. Una cultura della pace deve partire da qui, dalla constatazione che siamo tutti e tutte (americani, russi, ucraini, iraniani, arabi, nicaraguensi e via discorrendo) esseri umani e siamo obbligati a trovare un modo pacifico e negoziale per dirimere i conflitti. Altrimenti, con le armi di cui alcuni dispongono, sarà la fine per la nostra comune razza umana  (americani, russi, ucraini, iraniani, arabi, nicaraguensi e via discorrendo).

Luisa Rasero

Angela Quaglia

 

Fratelli, ma solo se italiani.

Ha suscitato in noi una forte sensazione di sdegno , leggere che, su iniziativa di una consigliera comunale di Fratelli d’Italia, verrà organizzata una raccolta di beni di consumo da destinare a famiglie bisognose ITALIANE.

Si usa la parola “fratelli” per giocare con il nome del Partito, dimenticando che il senso della fratellanza, almeno aNatale, considera tutti gli uomini ( bianchi, neri, gialli o verdini) PERSONE che condividono la stessa esistenza sul pianeta e che hanno bisogni e sogni simili tra loro.

Ognuno è libero di fare ciò che vuole ma, dal nostro punto di vista, la beneficenza o, per dirla con Papa Francesco, la Carità non va esibita ma accompagnata da una reale accettazione dell’altro.

Solo così è Natale.

A meno che, invece, la raccolta di beni abbia altri scopi, molto meno nobili.

Associazione culturale “CambiAMO Asti”.

 

 

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