Riceviamo e pubblichiamo due note entrambe collegate all'iniziativa solidale di Fratelli d'Italia che raccoglie oggetti a favore di famiglie in difficoltà solo italiane.
Cgil
Abbiamo appreso come la compagine astigiana di Fratelli d’Italia sia di nuovo incappata in un’impasse comunicativo dal quale deve venire tirata fuori scomodando tasselli importanti della politica cittadina quali Mariangela Cotto.
Questa volta l’oggetto della questione è la solidarietà natalizia subordinata alla condizione di cittadino italiano.
La storia in sintesi: Fratelli d’Italia ha messo a disposizione la propria sede di Asti per raccogliere beni di conforto e redistribuirli a famiglie italiane bisognose, residenti nel nostro territorio. Questo recita il post facebook di Carlotta Accomasso, consigliera comunale di FdI. L’assessore comunale alla Sicurezza Giacomini, coordinatore astigiano di Fratelli d’Italia, ha poi tentato di ricucire lo strappo specificando che è necessaria l’iscrizione all’anagrafe, questo al fine di escludere famiglie di rifugiati che possono beneficiare di altri aiuti, ammesso che Giacomini abbia idea di che cosa significhi vivere da rifugiato.
Apprezzabile il tentativo di Mariangela Cotto, che cerca mediazione sostenendo che la consigliera si sia espressa molto male. Ma il dado è tratto. Ci risiamo. Il vaso ricolmo di razzismo e intolleranza ha di nuovo tracimato.
Quante volte può funzionare il tentativo di nascondersi dietro l’alibi della “frase infelice”, del travisamento e della strumentalizzazione? Francamente non intendiamo far passare sotto silenzio questa ennesima dimostrazione di incapacità di avere un pensiero politico collettivo che possa rivolgersi alla totalità delle persone presenti sul nostro territorio, a prescindere dalla provenienza, dallo status politico, dal genere, dall’orientamento sessuale, dalla confessione religiosa ecc.
È il momento che si arresti questo tentativo di deresponsabilizzazione dei rappresentanti della politica cittadina rispetto alle dichiarazioni fatte e alle condotte tenute.
Siamo felici di apprendere che il Nodo Antidiscriminazione del Comune di Asti, fortemente voluto dalla stessa Cotto, abbia prontamente alzato il cartellino giallo, chiedendo la rimozione del post e le scuse pubbliche.
Approfittiamo per ricordare alla consigliera Accomasso e all’assessore Giacomini che i flussi migratori sono ciclici e connaturati alla storia dell’uomo: non possiamo escludere che tra qualche manciata di decenni siano proprio i nostri eredi ad aver bisogno di un po’ di solidarietà natalizia fuori confine, scenario non così remoto dal momento che l’emigrazione italiana è cresciuta dell’87% dal 2006 al 2022.
Suggeriamo ai rappresentanti di FdI un buon corso di comunicazione.
Luca Quagliotti Segretario Generale Cgil Asti Cgil Asti
Arianna Franco Responsabile Ufficio Nuovi Diritti
Coordinamento Asti Est
A proposito di pagliacci, razzisti e facce di bronzo(o peggio..) Fratelli d’Italia annuncia una fantomatica iniziativa ‘sociale’ per aiutare i ‘nuclei di origine italiana in difficoltà’.
Il razzismo evidente di tale annuncio ricorda le associazioni ariane di mutuo aiuto della Germania pre-nazista e sono uno schiaffo alla società in cui viviamo composta (piaccia o no) da persone che provengono da molti paesi del mondo.
L’evidenza è saltata subito agli occhi di tutti, tanto che i vari notabili del partito hanno dovuto arrampicarsi sugli specchi nel tentativo di correggere il tiro. Si cari, Asti non accetta il vostro razzismo.
Ma la cosa che non è entrata nella discussione e che, a nostro parere, è ancora più evidente, è il fatto che a proporre questa pagliacciata è il partito al governo! Non solo al governo del paese, ma anche al governo della regione e della città.
Lo stesso partito che sta facendo la crociata al reddito di cittadinanza, lo stesso partito che svende il patrimonio pubblico, lo stesso partito che lascia morire il Maina, lo stesso partito che impoverisce il piccolo commercio locale a favore della grande distribuzione.
Lo stesso partito, insomma, che fa di tutto per impoverire la nostra società. Ordunque, ci sembra chiaro che, per gli esimi dirigenti di Fratelli di Italia di Asti, perlopiù avvocati con studi legali riscaldati, poltrone, tappeti e pasti al ristorante, i poveri ‘italiani DOC’ tali devono rimanere, ma con una assistenza ‘filantropica DOC’, perché i poveri italiani si meritano questo. E altro. Della serie “Prima ti riempio di botte, ma poi ti do un cerotto”.
Coordinamento Asti Est