Vacanze Astigiane - 24 novembre 2022, 18:00

Vacanze Astigiane a rimirare presepi

Non manca poi tanto a Natale e l’invito è mettersi in programma un bel giro tra i tanti presepi nei borghi dell’Astigiano, a cominciare da quello di Vezzolano

Una delle incredibili miniature del presepe di Vezzolano

Il termine presepe arriva dal latino praesaepe: mangiatoia. Termine utilizzato nei Vangeli di Luca e Matteo per raccontare la nascita di Gesù, quando Maria e Giuseppe, fuori casa per il censimento indetto da Roma, non trovato altro alloggio, si ripararono in una stalla. Sorte volle che proprio lì, doglie e parto. Nella narrazione evangelica non sono però citati né bue né asinello, presenze inserite successivamente dalla tradizione popolare. La raffigurazione di questa natività comincia subito, con dipinti nei luoghi di incontro dei primi Cristiani, come le catacombe romane, per poi moltiplicarsi sulle pareti di un’infinità di chiese.

Per trovare una rappresentazione 3d, un presepe, con statue e statuette dobbiamo andare al 1223 e ringraziare San Francesco d’Assisi, primo a inscenare una natività. Presepe vivente con mangiatoia riempita di paglia con accanto il bue e l’asinello. Il primo presepe con personaggi risale invece al 1283, opera di Arnolfo di Cambio, scultore di otto statuine lignee che rappresentavano Maria, Giuseppe, il neonato con i due animali a scaldarlo e e i Magi. Presepe conservato a Roma nella Basilica di Santa Maria Maggiore.

Nell’Astigiano dal dire presepe può nascere lo spunto per girare tra i suoi posti bellissimi. Giro tra i diversi borghi toccati da Oro Incenso Mirra, itinerario artistico e culturale attraverso le rappresentazioni della Natività. Rassegna di presepi artistici, in mostra dall’8 dicembre all’Epifania, in dieci comuni: Aramengo, Castagnole delle Lanze, Castagnole Monferrato, Cocconato, Frinco, Grana, Monale, Montegrosso d’Asti, Passerano Marmorito e San Damiano.

E ancora, spunto a visitare la Canonica di Vezzolano ad Albugnano, per l’imperdibile grande presepe di Anna Rosa Nicola che inaugura anch’esso nella festa dell’Immacolata, alle 15. Florilegio di gusto e creatività in vere e proprie scene di vita. Miniature in cui perdersi quasi fossimo in una realtà di formato assai ridotto. Non parliamo poi del contesto, dove la natività è illuminata da un notevole affresco del chiostro a tema Adorazione dei Magi, opera del Maestro di Montiglio, databile metà Trecento. Da tempo poi ho scritto la mia lettera natalizia. Pochi i desiderata, con uno che potrebbe però essere ciliegina sulla torta nel ritorno della Natività di Antoine de Lonhy, una delle quattro grandi tavole bifacciali rimesse a nuovo dal laboratorio di restauro di Anna Rosa, in attesa di ritrovare l’originaria collocazione, di ritrovare l’altare di Vezzolano.

Davide Palazzetti


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