Proprio su queste pagine ho letto, giusto ieri, un’intervista a Stefano Allovio, presidente del Consorzio Mercato Coperto di Asti. Gran bella intervista che, nell'analizzare problemi, speranze e prospettive del Mercato Coperto e degli operatori che vi lavorano, riporta all'esigenza di cambiare per andare avanti. Cambiare visione. Cambiare modalità di rapporto e operative dell’affittuario Comune di Asti.
Esigenza impossibile da non condividere tanto quanto afferma l’intervistato sulle valenze turistiche del luogo, suggerendo di partire dalle basi. "...l’altro giorno sono andato a vedere i manifesti che sono all’info point turistico qui vicino: ce n’è uno che presenta Langhe, Roero e Monferrato… Su 30 percorsi, Asti compare solo negli ultimi due e le poche foto che ci sono sono anche abbastanza bruttine… Siamo capaci di fare squadra senza essere succubi di Alba? Asti dovrebbe essere uno dei perni più importanti dell’ATL, basta essere il fratello povero. ".
Intanto, grazie Stefano. Più chiaro di così era difficile dirlo. Da una parte l’invito all’amministrazione comunale di darsi da fare per far ritrovare energie a un posto bellissimo, oggi un po’ spento, dall’altra quello più ampio di tirar fuori sufficiente orgoglio da riprendersi il ruolo, dovuto, di perno per lo sviluppo turistico.
Energie nel coinvolgere i residenti attorno ai valori che custodisce il Coperto. Io ci porterei perfino in gita le scuole, quasi fosse un museo. I profumi, i colori e l’umanità che racchiude, mostrati ai più giovani, potrebbero essere un ottimo viatico per far cambiare abitudini anche a genitori e parenti, alternative a luminosi ma impersonali, banali supermercati. Energie progettuali, e ovviamente qualche soldo, magari proprio dal Pnnr come suggerito da Stefano, per trovare nuova vitalità con punti assaggio e degustazione e perché no anche un’area ristoro, magari al piano superiore con tanto di ampia terrazza. E, volendo esagerare, dare lustro all’ex sede della Croce Verde, trasformata in luogo di primo incontro con i grandi prodotti tipici dell’Astigiano e la sua tradizionale anima agricola. Senza andare tanto lontano, basterebbe guardare l'esempio dei mercati coperti di Genova, Livorno o Ravenna, dove si trovano accanto il meglio di commercio alimentare, ristorazione, bar e gelaterie.
Ecco allora che i tanti turisti ritrovati nel nuovo impegno della ATL, in un momento tra l’altro d’oro con il recentissimo cambio di direzione, e la cultura del cibo di prossimità messa in mostra nel più fulgido dei modi in una struttura storica dal fascino evidente, si incontrerebbero per crescere assieme. Per fare crescere Asti.
Per salvare il nostro Mercato Coperto e renderlo anche attrattore turistico bisogna però trovare intenzioni, pensieri e forze per trasformarlo in luogo dove vivere esperienze, dove si compra, si mangia, si assaggia e si entra in contatto con l’Astigiano. Spero arrivino presto.