Perseguendo l’obiettivo di un Piemonte “sempre più a misura di bambino”, l’assessore regionale alla Famiglia, Chiara Caucino, ha annunciato nuovi finanziamenti per l’iniziativa “Giochiamo all’aria aperta 2022-2023”. Data la grande richiesta da parte dei Comuni di realizzare parchi gioco diffusi, la Regione ha stanziato ulteriori 374.508 euro, grazie ai quali sarà possibile scalare le graduatorie e realizzare altri 31 parchi, che si aggiungono agli attuali 32 per un totale di 63 opere completate.
A riprova del successo dell’iniziativa, alla scadenza del 20 settembre erano pervenute 100 istanze, tutte risultate ammissibili, da parte di altrettanti Comuni piemontesi, finalizzate alla realizzazione dei parchi per un fabbisogno complessivo - venissero finanziati tutti - di 1 milione e 272mila euro. Con lo sforzo economico messo in campo dalla giunta, su proposta dell’assessore Caucino, si riuscirà a finanziarne quasi un terzo.
L’idea dell’assessore Caucino era nata per contrastare proattivamente gli inevitabili danni provocati dalle chiusure rese necessarie dall’emergenza Covid: realizzando occasioni di svago, crescita e rafforzamento, sviluppando conoscenze competenze e autostima e ritrovando fiducia promuovendo l’utilizzo dei luoghi pubblici e dei parchi. Ma anche creando reti formate da enti locali e scuole, con il coinvolgimento di associazioni giovanili, centri di aggregazione, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali, associazioni sportive, anche attraverso lo strumento della co-progettazione.
Da qui l’iniziativa di consentire l’attività ludica e motoria per i minori, anche attraverso installazioni, giochi integrabili con il contesto in modo “leggero”, con la pavimentazione stradale e gli edifici esistenti, ovviamente nel rispetto di tutte le leggi urbanistiche. Con la promozione di parchi gioco diffusi nelle vie, nei viali e nelle piazze e anche nei cortili, purché aperti alla cittadinanza, dove riproporre i giochi tradizionali e identitari di “una volta”.
Favorendo così il riappropriarsi degli spazi pubblici, che vengono curati e tenuti in ordine anche con il contributo dei ragazzi e delle famiglie stesse, instillando nelle giovani generazioni - ma anche in quelle meno giovani - la cultura dei “beni comuni” per favorire la salvaguardia e la crescita della propria comunità.