Una delle attività autunnali più comuni all’aria aperta è andare alla ricerca di funghi, che però espone al rischio, se si agisce con eccessiva leggerezza, di rimanere vittime di intossicazioni. Ecco perché, ciclicamente, gli esperti tornano a segnalare gli accorgimenti che è opportuno adottare. Di seguito, riportiamo alcune avvertenza cui attenersi per evitarsi brutte sorprese…
IL VADEMECUM
Se raccogliete voi i funghi, raccogliete solo le specie di cui siete assolutamente sicuri. Se avete dubbi, l’ispettorato micologico è a vostra disposizione, gratuitamente, per una consulenza. Ricordatevi che i funghi assorbono come spugne le sostanze presenti nel terreno, per cui non raccoglieteli se la zona è inquinata.
Se vi regalano dei funghi, consumateli solo se siete sicuri che chi li ha raccolti sia un esperto. Anche in questo caso, per qualunque dubbio, l’ispettorato è a vostra disposizione.
Se comprate i funghi, controllate che sulla cassetta di vendita ci sia il certificato del micologo. Tutti i funghi spontanei (fanno quindi eccezione i funghi coltivati, come i classici champignon) devono essere certificati per la vendita da un micologo autorizzato e possono essere venduti solo da una persona che è stata abilitata alla vendita tramite un esame svolto presso una Asl.
Gli unici funghi che possono essere consumati crudi senza conseguenze sono l’Amanita caesarea (il “reale”), gli Agarici commestibili (i “prataioli”), il Coprinus comatus (che per la sua brevissima conservabilità non è un fungo vendibile) e la Fistulina epatica (la “lingua”). Tutti gli altri devono essere cotti, anche i Boleti del gruppo edulis (i “porcini”).
Alcuni funghi, per non dare problemi, richiedono trattamenti particolari: le Armillarie (i “chiodini” o “famigliole”) devono essere private del gambo (decisamente indigesto) e bollite per 20 minuti, con eliminazione dell’acqua di bollitura; poi possono essere cucinate secondo le varie ricette. Se si intende conservarle nel congelatore, non si devono congelare da crude, ma solo dopo il trattamento di bollitura.
Anche i due funghi noti come "frè", "ferè", "ferrè" o "porcini dal piede rosso" (Boletus luridus e Boletus erythropus) andrebbero sottoposti a bollitura di almeno 15 minuti (eliminando poi l'acqua di bollitura), prima di cucinarli secondo le varie ricette, perché se crudi o poco cotti sono tossici.
ATTENZIONE AI BAMBINI
Soprattutto se particolarmente piccoli, perché mettono in bocca un po’ di tutto: stare all’aria aperta, nei boschi è molto salutare, oltre che piacevole, ma è indispensabile che i bambini capiscano che non devono mettere in bocca i vari funghetti che trovano: alcuni sono molto pericolosi. Per altro, anche ingerire bacche, erbe, piccoli insetti o qualunque altra cosa trovata in natura può essere altrettanto pericoloso.
COSA FARE IN CASO DI MALORE
E se invece è sfuggito qualcosa e si sta male? È fondamentale recarsi al pronto soccorso e non sottovalutare la situazione, nemmeno se i sintomi regrediscono. Le intossicazioni più pericolose, quelle che possono essere letali, hanno in genere due fasi: una prima fase, gastroenterica, con vomito e diarrea, e dopo una pausa in cui si sta meglio, una seconda fase epatica, che compromette il fegato e può essere molto pericolosa: rivolgersi ad un ospedale può rivelarsi fondamentale per la sopravvivenza. Spaventati? Il punto non è avere paura, ma essere attenti e non sottovalutare il pericolo. Con la giusta attenzione, non si corrono rischi.
CONTATTI E INFO
É possibile portare i funghi raccolti o ricevuti in regalo presso la sede dell'ASL, in via Conte Verde 125 ad Asti. Il servizio è disponibile fino a metà novembre, ogni lunedì, mercoledì e venerdì con orario 14 - 15, previa prenotazione telefonica chiamando il numero 0141/484920